Roma. Dopo i noti fatti dei giorni scorsi, che hanno visto l’arresto del Superiore generale padre Renato Salvatore, la Consulta generale dei Camilliani si rivolge per la prima volta con un messaggio ai confratelli e ai membri della grande famiglia nata sulle orme di San Camillo. Lo riportiamo integralmente, perché possa essere per tutti motivo di riflessione:
“Carissimi confratelli, membri della grande famiglia di San Camillo, dipendenti delle nostre opere, amici e collaboratori,dopo i comunicati piuttosto scarni dei giorni passati, veniamo a voi con questa lettera per rendervi partecipi dei sentimenti che ci abitano in questi momenti e per invitarvi a superare, uniti, il dolore e lo smarrimento causati dal fermo del nostro Superiore generale.Mentre attendiamo che la giustizia, nella ricerca della verità, faccia piena luce sulle vicende accadute, esprimiamo vicinanza, affetto e preghiera per la persona di padre Renato. Ci hanno rattristato i modi con cui certa stampa ha divulgato e commentato quanto è accaduto. Da parte nostra, dopo avere fornito informazioni con comunicati brevi ma veritieri, abbiamo accettato interviste in modo da collocare gli avvenimenti nelle loro giuste proporzioni.In questo difficile momento, continua ad essere di consolazione la vicinanza e la partecipazione al nostro dolore di molte persone e istituzioni che non hanno mancato di sottolineare la testimonianza che il nostro Istituto, sull’esempio di San Camillo, ha offerto e continua ad offrire in molte parti del mondo.Decisi a intervenire attivamente per superare questa crisi, ci avvaliamo della collaborazione di avvocati e canonisti, tenendo contatti costruttivi con la Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica.Carissimi confratelli, membri della grande famiglia di S. Camillo, dipendenti delle nostre opere, amici e collaboratori, nella sua lunga storia, il nostro Ordine ha affrontato diversi momenti difficili, superandoli con il ricorso al Signore, avvalorato dall’intercessione della Vergine Maria, Regina dei Ministri degli Infermi e del Santo Padre Camillo. Nel sanare le ferite causate dalle crisi sono sempre stati di grande aiuto l’unione dei Religiosi e il loro rinnovato impegno nell’esercizio della carità misericordiosa verso gli ammalati. È quanto è richiesto a ciascuno di noi in questo momento. Evitando pronunciamenti critici e giudizi su persone e avvenimenti, rafforziamo il senso di appartenenza alla nostra Famiglia religiosa e dimostriamo con la nostra generosa fedeltà al carisma che quanto è accaduto in questi giorni non interromperà in nessun modo il cammino dell’Ordine. Riteniamo opportuno che le iniziative programmate per la celebrazione del IV Centenario della morte del nostro Fondatore continuino ad essere realizzate, adottando preferibilmente uno stile improntato a semplicità. Una visione credente delle esperienze critiche degli individui e delle comunità ci invita a vivere questo doloroso momento come occasione di verifica, di purificazione e di rinnovamento. Accogliamo generosamente questo invito.Carissimi confratelli, a voi, alle sorelle e ai fratelli della grande famiglia camilliana e a tutti i collaboratori delle opere camilliane giunga il nostro vivo ringraziamento per la vicinanza e la preghiera dalle quali ci siamo sentiti accompagnati.A voi ammalati, persone anziane “Nostri signori e padroni“ cosi come vi chiamava San Camillo, assicuriamo che il nostro operato ha come unico scopo il vostro bene. Vi chiediamo l’offerta della vostra preghiera e sofferenza in questo particolare momento.In Cristo e in San Camillo”.
La Consulta generale dei Ministri degli infermi