Ancora proteste all’Inps di Chieti

inpsChieti. Continua la protesta dei dipendenti Inps della sede di Chieti che, insieme ai dipendenti di tutte le Sedi d’Italia, vogliono che il brutale taglio di 533 milioni di euro annuali quest’anno e per il 2014 e 2015, stabilito dai Governi Berlusconi/Tremonti  e Monti, venga eliminato.

“Non si tratta di sprechi ma di contributi versati dai lavoratori – spiegano in una nota i lavoratori e le lavoratrici dell’Inps di Chieti – che il Governo vuole incamerare, entro il 31 ottobre di ogni anno, per ridurre il debito pubblico. Si tratta di fondi tolti alle pensioni, alla disoccupazione, alla cassa integrazione, agli invalidi civili ecc. per coprire i buchi di una politica economica fallimentare. Per reperire questi 533 milioni annui l’Inps è obbligata, per legge, oltre che a ridurre con prepensionamenti il proprio organico e quindi a esternalizzare (con grossi disagi per utenti e pensionati) presso terzi lavori e servizi prima gestiti internamente, a ridurre il budget per i piani di contrasto all’evasione contributiva, a non avere più strumenti di lavoro quali carta, toner, stampanti ecc. anche a realizzare un piano di revisione straordinario di oltre 150.000 verifiche annuali, aggiuntive all’attività ordinaria, sulla permanenza dello stato di invalidità civile, handicaps e disabilità. Ordini ferrei emanati dalla Direzione Centrale si trasformano, anche in sede locale a Chieti, in revoche di sostegni a chi ha perso una gamba o un braccio (tanto una basta e avanza secondo i pareri delle commissioni mediche) ai ragazzini dislessici (già colpiti dai tagli all’assistenza scolastica) ecc. ed ogni giorno assistiamo, sconcertati e indignati,  alla fila di vecchiette e vecchietti in barella o portatori di handicaps in carrozzina che vengono sottoposti a visite di revisione obbligatoria. E’ uno scandalo che deve suscitare indignazione, ma nello stesso tempo pensiamo che la piaga delle concessioni agli amici degli amici (come documentato quotidianamente da vari organi di informazione) continui in una spirale di clientelismo che si autoperpetua per garantire lo sfascio e la distruzione dello stato sociale senza che nessuno controlli questi abusi.
Le lavoratrici ed i lavoratori dell’INPS non ci stanno e si oppongono a questo sistema che mostra il pugno di ferro ai deboli e la compiacenza ai forti e continuano la loro protesta aderendo al Black Out informatico (indetto dalla Unione Sindacale di Base  Usb Inps), cioè tutti i computer spenti ad eccezione di quelli degli sportelli per le giornate del 16 e 17 ottobre prossimo oltre che continuare le assemblee spontanee nei locali addetti al pubblico spiegando agli utenti e rendendoli partecipi i danni che queste misure stanno arrecando alla Previdenza Pubblica”.

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