Vicino il gemellaggio tra Ortona e Stalingrado

ortonaOrtona. La città di Ortona, definita da Winston Churchill, “la piccola Stalingrado”, e quella di Volgograd (ex Stalingrado), unite dalla dolorosa vicenda bellica della seconda guerra mondiale, si uniranno a dicembre in gemellaggio.

Il gemellaggio nasce dall’iniziativa del Consigliere comunale, Giulio Napoleone, che ha trovato subito l’appoggio dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Vincenzo d’Ottavio.

“Un legame- spiega Napoleone- che nel segno della storia, aprirà una prospettiva di scambi commerciali, investimenti reciproci, flussi turistici e scambi culturali verso una nazione emergente con enormi potenzialità come quella russa”.

Nell’ambito delle attività che condurranno alla firma del gemellaggio si terranno ad ottobre una mostra fotografica, in prima nazionale, sulla battaglia di Stalingrado nelle sale di palazzo Farnese, lungo la Passeggiata Orientale, e un simposio scientifico sul ruolo della battaglia di Stalingrado nella seconda guerra mondiale che si terrà al Teatro Tosti. Saranno ospiti l’ambasciata russa, studiosi russi, una delegazione di studenti del liceo “Yuri Gagarin” accompagnati dai loro professori. In vista degli importanti eventi di ottobre nella giornata di oggi è stato in visita in città, Giovanni Puschiavo, figlio di Mariano Puschiavo, dalle cui memorie lo scrittore catanese, Alfio Caruso, ha scritto il libro “Noi moriamo a Stalingrado” (Longanesi, 2006) che racconta la storia degli autieri italiani che hanno vissuto la tragica esperienza della battaglia più sanguinosa della seconda guerra mondiale. Puschiavo, che tutti chiamano Bruno, come scrive Caruso, è uno dei 77 autieri dell’esercito, appartenenti al 127 esimo e del 248 esimo auto-reparto, che ha portato guastatori e rifornimenti alla 6a armata tedesca di Paulus e che sarebbe dovuto rientrare dopo aver riempito gli autocarri con la legna per affrontare l’inverno. I militari furono invece bloccati dall’avanzata dell’Armata Rossa alla fine di novembre del 1942. La loro esperienza è raccontata nelle lettere spedite a casa. Dopo la resa sono la prigionia e le malattie a falcidiare i sopravvissuti. Dei 77 solo due torneranno a casa: Walter Poli e Vincenzo Furini. Giovanni ha donato materiale del padre, le lettere inviate a casa e molte delle fotografie della battaglia, che andranno a formare parte della mostra che sarà allestita ad ottobre. Giovanni, che porterà inoltre un’importante e preziosa testimonianza nell’ ambito del simposio, ha visitato la città e il Museo della battaglia di corso Garibaldi che, suddiviso in tre sezioni, testimonia il dramma vissuto dalla città di Ortona insignita della medaglia d’oro al valor civile.

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