“L’unica cosa che ha impedito all’incendio di divampare – spiega Barone – è stata l’imperizia dei suoi autori, che non sono riusciti a forzare la serratura della nostra sede, dove la biblioteca avrebbe fatto da moltiplicatore delle fiamme, e hanno ripiegato su un maldestro tentativo di incendiare il portone d’ingresso. Non è la prima volta – continua Barone – che le nostre sedi sono oggetto di attentati mossi dalla logica criminale della distruzione fisica dell’avversario politico e dei suoi spazi”.
“In passato – ricorda il responsabile di Cpi – attacchi incendiari sono stati compiuti contro le nostre sedi di Palermo e di Bologna, mentre un ordigno rudimentale è stato ritrovato nei pressi di una sede del Blocco Studentesco a Roma. Siamo certi che i lancianesi sappiano distinguere con chiarezza tra chi agisce nel sociale, con iniziative di volontariato, e chi mira invece alla distruzione dell’avversario, ma riteniamo che le istituzioni debbano inviare un segnale chiaro agli anonimi autori di attentati del genere. Per questo – conclude Barone – chiediamo al Consiglio comunale di esprimere la propria unanime condanna nei confronti di questo tentativo di incendio”.