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Caso Marò: si è dimesso il ministro degli Esteri Giulio Terzi

Il ministro degli Esteri Giulio Terzi si è dimesso. Lo ha annunciato oggi, nel corso della sua relazione alla Camera sul caso dei due marò Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, accusati di aver ucciso due pescatori indiani scambiati per pirati.

Dimissioni, quelle del ministro Terzi, legate alla decisione di far rientrare i marò in India. “Lo faccioa salvaguardia della onorabilità del nostro Paese, delle forze armate e della diplomazia italiana”.

“Mi dimetto perchè solidale in modo completo con i nostri marò e con le loro famiglie”, ha aggiunto. “Ho atteso fino a oggi per dimettermi, perchè volevo venire qui in Parlamento come sede della sovranità popolare”.

Nel ricostruire la vicenda, lo stesso ministro ha spiegato che la linea del governo italiano di trattenere in Italia i due marò, rientrati per il congedo elettorale, era stat una decisione assunta in ambito governativo “in costante coordinamento” tra la Farnesina e le istituzioni interessate. “L’8 marzo, in una riunione in cui erano presenti i ministri della Giustizia, degli Esteri, della Difesa, fu illustrata una proposta che venne poi proposta alla presidenza del Consiglio e che ricevette l’assenso di tutti, in cui si concordava di formalizzare la controversia con l’India sul conflitto di attribuzione e di giurisdizione. Sostenere che la Farnesina ha agito per fatti suoi è risibile e strumentale. Da uomo delle istituzioni da 40 anni, mai avrei agito in modo autoreferenziale”.

Subito dopo è stata la volta del ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola, il quale ha annunciato che non ha alcuna intenzione di dimettersi. “Oggi sarebbe facile per me rassegnare le dimissioni, lasciare la poltrona che a breve lascerò comunque ad un altro ministro” ha detto “ma verrei meno al senso del dovere delle istituzioni che ho sempre servito e alle scelte del governo che ho condiviso. Ma non abbandonerò la nave con a bordo Massimiliano e Salvatore, sino all’ultimo giorno di governo. In serena coscienza ho sempre agito e mi sono sempre battuto per il bene dei due fucilieri; se non ci sono riuscito me ne scuso con tutti, in particolare con Latorre e Girone e i loro familiari”. E ha aggiunto: “le valutazioni espresse nell’informativa alla Camera da Terzi, non sono le valutazioni del governo”.