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Chieti, scuola di informatica e attività di inserimento sociale nel carcere

Chieti. Reinserire in un contesto sociale e lavorativo i detenuti e coloro che hanno scontato la pena e si ritrovano alle prese con il mondo esterno. E’ l’obiettivo del progetto speciale multiasse “al sostegno e rafforzamento di misure di inclusione sociale per le categorie svantaggiate e a rischio di emarginazione”, promosso dalla Regione Abruzzo e attivo da oggi anche a Chieti. 

L’iniziativa è stata presentata questa mattina dal direttore della casa circondariale di Chieti, Giuseppina Ruggero, dalla direttrice del Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria, Fiammetta Trisi, il direttore di Voci di Dentro, Francesco Lo Piccolo, l’assessore alle Politiche Sociali del Comune di Chieti, Emilia De Matteo, e Patrizia Gasparri, assessore alle Politiche Sociali del Comune di Francavilla.

Dallo scorso 2 settembre, dieci detenuti del carcere di Chieti stanno seguendo un corso di informatica di 400 ore e altre sette persone (tra ex detenuti e detenuti ammessi al regime di articolo 21 – fuori di giorno, in carcere la sera) a breve saranno inserite al lavoro in Enti e aziende della zona per un periodo di un anno. In entrambi i casi, detenuti ed ex detenuti, verranno sostenuti economicamente: i primi (gli “studenti”) con una borsa di studio di 2.400 euro ciascuno (ai primi tre classificati verrà corrisposto anche un premio rendimento di 2 mila euro ciascuno), mentre i secondi saranno sostenuti secondo la formula di work experience con una borsa lavoro di 500 euro al mese per un anno. Previsto anche un contributo per spese alloggio.
“Questo progetto” ha detto Trisi “riguarda tutta una serie di attività che si stanno realizzando nelle case circondariali della regione”.
Si tratta, nello specifico, di un maxi progetto che vede partecipi nell’organizzazione dell’attività la stessa direzione del carcere di Chieti, il personale amministrativo e il corpo di Polizia Penitenziaria. Un progetto che darà opportunità e chance a persone svantaggiate finite nel vortice del carcere “per ignoranza, mancanza di realismo, irresponsabilità, asocialità, istinti negativi, condizioni di abbandono, cattiva educazione”. Insomma non sempre per loro colpa: vittime di se stessi, anche di una scelta sbagliata. Da qui parte il coinvolgimento dell’Ats (associazione temporanea di scopo), capofila l’Ente di Formazione e Consulenza Focus, che vede insieme oltre che l’associazione di volontariato Voci di dentro, l’associazione Smile Abruzzo, Radar Interinale, Cna Abruzzo, il Comune di Chieti e l’Ente d’Ambito Foro-Alento. Un insieme di forze per realizzare il dettato costituzionale: la pena deve rieducare e reinserire.
“Questo progetto parte da un lavoro che avevamo avviato noi” ha spiegato Lo Piccolo. “Abbiamo unito una serie di associazioni e di Enti, abbiamo partecipato al bando ed abbiamo avviato questa opportunità. L’anno scorso abbiamo fatto un corso di informatica coinvolgendo le case circondariali di Chieti e Pescara ed è durato 7-8 mesi. Il primo aspetto sono i corsi, il secondo aspetto è l’inserimento lavorativo. Questo è un passo ulteriore che portiamoa vanti”.
Un progetto, dunque, che sta molto a cuore a Voci di dentro, l’associazione che da anni opera con i suoi volontari nelle carceri di Chieti, Pescara, Vasto e Lanciano, alla quale è stata affidata la conduzione dei corsi di informatica: otto docenti si alternano nelle lezioni per far apprendere ai dieci detenuti l’uso del computer per la realizzazione di manifesti, bozzetti, giornali e riviste. Inoltre, grazie all’uso di programmi avanzati di web grafica, i corsisti impareranno a realizzare al computer la stessa rivista Voci di dentro. Tutto questo in 400 ore, fino alla metà di maggio, quando questo primo percorso verrà concluso con l’esame finale e la consegna degli attestati e la qualifica di “grafico impaginatore”.
“Un progetto” ha commentato De Matteo “che avvicina i detenuti al lavoro. In questo modo si fa crescere il territorio attraverso il volontariato ed attraverso un’attività di implementazione ed inclusione sociale. Sicuramente il momento storico è di crisi, però con queste sinergie auspichiamo che anche un semplice risultato raggiunto sia una grande cosa. Attraverso questo corso si fa capire che la vita dà sempre qualche opportunità, basta volerlo”.
Quindi grande importanza viene data all’inserimento lavorativo, ovvero al secondo punto del progetto: Enti e associazioni che fanno parte dell’Ats saranno infatti impegnate in un’attività di Touring e di sportello carcere-lavoro. Focus, Smile, Radar, Cna, Voci da dentro, Eas Chieti e Eas Foro-Alento opereranno per favorire nei detenuti ed ex detenuti che accederanno a questa opportunità, la conoscenza di sé, la scoperta delle proprie attitudini, capacità e interessi; insieme con personale esperto (psicologi, mediatori, centro per l’impiego, servizi sociali dei Comuni coinvolti) opereranno per la ricerca di aziende o Enti per la presa in carico del detenuto o ex detenuto. Un percorso lavorativo che durerà un anno ed anche questo finanziato dalla Regione Abruzzo.
“Sono da un anno e mezzo qui” ha detto un detenuto coinvolto nel corso di informatica “e vedo che ci sono diversi corsi, ho preso la terza media, adesso sto facendo un corso di informatica che con il passare del tempo diventa sempre più interessante. Non mi aspettavo tutto questo. Penso che questa sia un’opportunità perché quando riuscirò potrò dire so fare questo “.
In definitiva la messa in pratica della mission di Voci da dentro ha lo scopo di modificare l’atteggiamento del detenuto, farlo diventare consapevole dell’errore fatto e aiutargli a comprendere i valori che sono alla base del genere umano: rispetto degli altri, solidarietà, legalità e cultura del lavoro. Un progetto che rappresenta un’altra tappa di Voci di dentro in un percorso che vuole superare il carcere, trasformarlo in un’occasione di recupero della persona per una società migliore, per lui e per tutta la società.
“Come Comune di Francavilla siamo felicissimi di partecipare a questo progetto” ha concluso Gasparri “rivolto a persone che hanno sbagliato e che hanno la possibilità di riprendere la propria vita. Partecipiamo con entusiasmo a questo progetto e speriamo di essere i fruitori di altre iniziative a livello sociale”.

 

Francesco Rapino