L’articolo 35 del decreto Sviluppo, infatti, aumenta a 12 miglia la fascia di divieto per le nuove richieste di estrazione di idrocarburi a mare, ma fa anche ripartire tutti i procedimenti autorizzatori per la prospezione, ricerca ed estrazione di petrolio che erano stati bloccati dal decreto 128/2010 approvato dopo l’incidente alla piattaforma Deepwater Horizon nel Golfo del Messico. Un colpo di spugna che potrebbe dare il via libera a ben 70 piattaforme di estrazione petrolifera che si sommerebbero alle 9 già attive nel mare italiano.
Il 9 ottobre a Roma il convegno “Trivelle d’Italia” organizzato da Legambiente, Greenpeace e WWF presso il Senato della Repubblica sarà un’ulteriore occasione per mettere in evidenza le scarse riserve di petrolio presenti in Italia e le royalties irrisorie con cui le compagnie petrolifere spingono alla corsa all’oro nero e per fermare la deriva petrolifera del governo Monti.