Anomale concentrazioni di radioattività, comunque non pericolose per la salute, sono state rilevate in diverse regioni italiane. ISPRA: “occorre identificare l’origine”.
L’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, ISPRA è al lavoro per identificare la fonte delle insolite concentrazioni di Rutenio-106, rilevate nell’aria di diverse regioni italiane. In particolare, piccole tracce del radionuclide sono state individuate in Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Umbria e Toscana.
Le agenzie per la protezione ambientale delle varie regioni coinvolte hanno tutte escluso che il fenomeno possa mettere a rischio l’ambiente o la salute dei cittadini, concetto ribadito anche dall’ISPRA, che in una nota scrive: “Le concentrazioni di radioattività misurate non sono rilevanti dal punto di vista radiologico. Esse sono tuttavia indice della presenza di un’anomalia radiometrica della quale occorre identificare l’origine”.
Secondo gli esperti dell’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale (ARPA) del Friuli Venezia Giulia, l’assenza di altri radionuclidi artificiali oltre al Ru-106, porta ad escludere che le insolite concentrazioni dell’isotopo possano essere collegate ad eventuali incidenti in centrali nucleari o ad esplosioni di ordigni bellici.
Del fenomeno si sta occupando anche l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, che ha già confermato come anomale concentrazioni di Rutenio-106, sempre molto basse, siano state rilevate anche in Repubblica Ceca, Austria, Svezia, Polonia, Norvegia e Svizzera. Secondo l’ipotesi di ARPA Lombardia, l’andamento delle rilevazioni di Ru-106 potrebbe essere compatibile con una fonte del contaminante localizzata nell’Est-Europa.