È iniziata così la giornata di sciopero indetta oggi da Femca-Cisl, Uilta-Uil e Filctem-Cgil contro la vertenza Sixty, la nota azienda di Chieti Scalo che produce i marchi di jeans Miss Sixty ed Energie. Due operai in cassa integrazione, Marino D’Andrea e Massimo Di Francesco, hanno deciso di far sentire la loro voce salendo sul tetto dal quale hanno chiesto quale sarà il futuro dell’azienda, visto che ad oggi non si sa ancora nulla sulla transazione tra la Crescent Hide Park e le banche per il debito che pende sulla testa del noto gruppo. Il timore è ovviamente quello che lo stabilimento teatino venga chiuso, lasciando oltre 400 lavoratori senza occupazione.
Anche il sindaco di Chieti Umberto Di Primio e il presidente della Provincia Enrico Di Giuseppantonio si sono recati oggi davanti all’azienda di Chieti Scalo per esprimere la propria solidarietà agli operai in sciopero e discutere con le rappresentanze sindacali e dei lavoratori.
“Esprimiamo forte preoccupazione per la disattenzione e il disinteresse manifestati dai vertici aziendali della Sixty nei confronti di uomini e donne che hanno reso grande tale importante realtà produttiva – fanno sapere in merito -. Il silenzio del nuovo acquirente non è certamente un buon segno per le speranze nostre e dei lavoratori. Come rappresentati degli Enti Locali crediamo che non si possano più chiedere né sacrifici né ulteriore comprensione ai lavoratori e ai sindacati. Riteniamo, a questo punto, che il Ministero del Lavoro, presso il quale da ultimo le parti si sono riunite, debba intervenire a tutela innanzitutto dei lavoratori e quindi del nostro territorio, che non può più subire altre perdite di posti di lavoro con gravissime ripercussioni economiche e sociali che ricadrebbero sull’intero Abruzzo e non solo sulla nostra città”.
Di Primio e Di Giuseppantonio hanno pertanto già predisposto una nota congiunta da inviare al Ministero del Lavoro con la quale chiedono la riapertura immediata del tavolo tecnico, già riunitosi lo scorso 7 agosto, per avere notizie sui rapporti intercorsi tra il Ministero e le banche e soprattutto per conoscere quale informazioni la nuova proprietà abbia fornito al Ministero sul futuro dell’azienda.