Chieti. Lo hanno capito eccome le donne che lo screening mammografico è un appuntamento da non mancare perché può salvare loro la vita.
A dirlo sono i numeri, che documentano una crescita importante della percentuale di adesione al programma di prevenzione del tumore al seno della Asl Lanciano Vasto Chieti che, com’è noto, ha istituito un’unità operativa dedicata alla Diagnostica senologica che accentra a Ortona la lettura di tutti gli esami eseguiti nelle strutture aziendali. In tre anni la partecipazione femminile ha fatto registrare una crescita costante, passando dal modestissimo 24,5% del 2013 al 67,20% del 2015, con 14.630 esami effettuati a fronte dei 23.913 inviti spediti.
“Siamo arrivati alla copertura totale con gli inviti della popolazione target – sottolinea Marzia Muzi, responsabile dello Screening Mammografico – rappresentata dalle 50.000 donne in età compresa tra 50 e 69 anni, da invitare ogni due anni, che risiedono in provincia di Chieti. Vuol dire che tutte hanno ricevuto la lettera con la data dell’appuntamento per sottoporsi a una mammografia gratuita nell’ambito del programma di Screening avviato dalla nostra Azienda a fine 2012. Il tasso di partecipazione è sicuramente in costante aumento, ma il nostro desiderio è entrare a far parte della cultura delle persone, portando più in alto possibile la percentuale di adesione all’invito. Un obiettivo sicuramente ambizioso, a cui però possiamo puntare perché abbiamo risorse umane qualificate e motivate, che si spendono con generosità sul lavoro, vale per i tecnici, i medici, gli infermieri e il personale della Segreteria screening”.
La tendenza del 2016 fa ben sperare, perché fino al 30 settembre scorso sono stati inviati 23.910 inviti, ed eseguiti 10.489 esami con una copertura pari al 48%. Ma ancora più significativi sono altri numeri, quelli che da soli basterebbero per raccontare la straordinaria validità dello Screening: dall’inizio dell’attività (aprile 2012) sono stati individuati 311 tumori, ai quali si aggiungono altri 96 casi scoperti nei primi dieci mesi del 2016. Grazie alla mammografia, sono state localizzate, in più del 50% dei casi, neoplasie di dimensioni inferiori al centimetro. Questa condizione permette il trattamento con le migliori probabilità di efficacia e di guarigione, oltre che un intervento chirurgico di tipo conservativo, com’è accaduto nel 95% dei casi scoperti in questi anni grazie alla campagna di prevenzione.
“Quella del cancro al seno è una battaglia giocata a ridosso del fattore tempo – aggiunge Marzia Muzi – perché la diagnosi precoce aumenta sensibilmente le probabilità di sopravvivenza e guarigione. Per questa ragione è importante raggiungere percentuali di partecipazione al Programma ancora più elevate: dobbiamo far sì che tutte le donne colgano l’opportunità che viene loro offerta con le nostre lettere di invito”.
E le donne al di sotto dei 50 anni che non rientrano nel target dello Screening e volessero fare una mammografia? Anche per loro c’è una risposta: quelle in età compresa fra 45 e 49 anni possono farla con impegnativa del medico di medicina generale in esenzione dalla compartecipazione del ticket grazie alla copertura della legge finanziaria 2001 (che prevede una mammografia gratuita ogni due anni); per le donne sintomatiche di qualsiasi età l’accesso alla mammografia è garantito mediante le “classi di priorità“ che, com’è noto, sono lo strumento che i medici prescrittori devono usare per gestire e differenziare l’accesso alle prestazioni.
Bastano appena dieci minuti ogni due anni per vivere con maggiore serenità, come recita lo slogan della campagna informativa. Nel caso si renda necessario un approfondimento per chiarire un dubbio diagnostico, l’Azienda sanitaria mette un’automobile a disposizione delle donne che hanno difficoltà a raggiungere l’ospedale di Ortona, dove sono eseguiti tutti gli esami di secondo livello. Basta segnalare il problema alla segreteria dello Screening nel momento in cui la paziente viene chiamata per un nuovo accertamento e sarà concordata una data per pianificare la trasferta a carico della Asl. Un modo per agevolare il più possibile il percorso e superare difficoltà di ordine pratico che non possono mettere a rischio la salute delle donne.