Rapino, vertenza Mammarosa: indaga la Corte dei conti
Rapino. La Corte dei conti acquisisce tutte la documentazione relativa alla vicenda Mammarosa: la transazione che il Comune di Rapino ha definito relativamente al pagamento dei canoni di locazione per i terreni destinati ad ospitare gli impianti scioviari. La verifica della magistratura contabile sembra destinata a stabilire se l’importo della transazione, 150mila euro di sconto rispetto alle sentenze dei giudici, abbiano prodotto un danno erariale per le casse comunali. A darne notizia sono i consiglieri di minoranza al Comune di Rapino, che ricordano che il Tar aveva condannato la società Mammarosa a risarcire il Comune per le somme relative agli anni nei quali aveva gestito, senza contratti, i terreni sulla Maielletta, che erano di proprietà pubblica. “ Il sindaco Cocciaglia”, si legge in una nota, “ disponendo di un bene non suo ma dei cittadini di Rapino, ha firmato un accordo che abbona una ingente somma alla società Mammarosa e fissa un nuovo canone di affitto dei terreni a soli 45.000 euro annui, contro i 126.000 stabiliti dal giudice, con addirittura decorrenza retroattiva. L’escamotage per far pagare meno la società è stato quello di ridurre i metri quadrati dati in affitto, concedendole però il diritto di prelazione sulla restante parte rimasta sfitta. Cioè qualunque cosa si voglia realizzare su quei terreni, compreso ogni attività commerciale, sarà condizionata dalla precedenza in favore della società Mammarosa. Incredibile! Un monopolio, vero ostacolo dello sviluppo della nostra montagna, che la società aveva avuto in passato e che continuerà ad esercitare per i prossimi 40 anni ad un costo nettamente inferiore a quanto stabilito dalle sentenze. Se transazione doveva esserci, certo questa non poteva essere fatta a danno del Comune, facendogli perdere centinaia di migliaia di euro e il diritto di disporre come meglio credesse di quei terreni, ma doveva essere ispirata alla tutela dei diritti del Comune già riconosciuti nei giudizi di merito”.