L’arrestato è un impiegato romano di 41 anni, che deteneva oltre 14 mila file, immagini e video, contenenti scene di sesso esplicito tra adulti e bambini tra i 5 ed i 6 anni. L’indagine coordinata dal procuratore aggiunto Marisa Scavo e dal sostituto procuratore Antonella Barrera, ha riguardato lo scambio di file con il programma peer-to-peer E-mule. Grazie a un software messo a punto dai poliziotti brasiliani, sono stati identificati 97 utenti in ventotto Paesi (Germania, Brasile, Italia, Russia, Francia, Stati Uniti, Canada, Spagna, Polonia, Danimarca, Cina, Olanda, Giappone, Argentina, Svizzera, Belgio, Ucraina, Bahrein, Inghilterra, Venezuela, Bulgaria, Egitto, Austria, Slovacchia, Svezia, Messico, Slovenia, Portogallo). I pedofili internauti avevano divulgato almeno 20 file pedopornografici in 5 giorni diversi utilizzando il programma di file sharing.