Tortoreto. Denis Cavatassi torna libero. Nelle prossime ore l’imprenditore di 43 anni di Tortoreto (che gestisce un albergo e un ristorante nell’isola di Phi Phi Island) dovrebbe essere scarcerato dietro il pagamento di una cauzione (poco meno di 12mila euro) e così potrà riabbracciare i familiari, in primo luogo la moglie thailandese, sposata lo scorso ottobre, al sesto mese di gravidanza. A darne notizia è il fratello di Denis, Adriano Cavatassi, professionista tortoretano, che tiene un contatto diretto con il paese del Sud-Est asiatico.
Come si ricorderà, Cavatassi era stato arrestato sabato scorso, dalle autorità thailandesi, perché sospettato di essere il mandante del suo socio in affari (l’aretino Luciano Butti), ucciso qualche giorno prima in un agguato. Accusa, questa, che secondo quanto trapela, sembra progressivamente sgonfiarsi. “La posizione di mio fratello si fa marginale – racconta soddisfatto e disteso Adriano Cavatassi. La moglie sta già attivandosi per produrre tutta la documentazione al giudice (tra cui il passaporto e la fideiussione bancaria a garanzia, ndr) necessaria per procedere alla libertà su cauzione che ammonta a 500mila bath, circa 11.900 euro. Su ordine del magistrato Denis non potrà lasciare la Thailandia, ma era comunque sua volontà non tornare in Italia per due motivi: il primo è quello di non voler assolutamente abbandonare la sua famiglia e secondo, gli preme restare per collaborare o fare quanto possibile perché la morte del socio Luciano Butti non resti impunita. Chiede che sia fatta giustizia per Luciano al quale era molto legato”. Intanto, fa sapere sempre Adriano, la posizione del fratello Denis nella vicenda legata al delitto su commissione di Butti – ucciso mentre viaggiava in moto- si farebbe sempre più nitida e chiara allontanando ora dopo ora il sospetto che possa essere lui ad aver ingaggiato il sicario dietro pagamento. Manca, di fatto, il movente. “L’avvocato thaliandese di Denis – aggiunge il fratello Adriano – sta ricostruendo l’intera vicenda. Entrambi chiedono indagini approfondite che finora sono mancate, anche attraverso l’ausilio delle intercettazioni telefoniche. I sospetti su mio fratello sono maturati a seguito di un movimento di denaro dal suo conto corrente a quello dell’uomo accusato dell’omicidio di Butti. Denis non sapeva affatto che quell’uomo in realtà fosse un killer. Dopo tante insistenze per un avere un prestito, mio fratello gli fece un bonifico di 700 euro. Una traccia che e’ stata letta come pagamento per l’ingaggio assassino”.
La solidarietà del sindaco Monti. L’amministrazione comunale di Tortoreto esprime la propria solidarietà e la vicinanza alla famiglia di Denis Cavatassi. “Sono personalmente convinto della totale estraneità di Denis ai fatti contestati – afferma il sindaco Generoso Monti a nome suo e dell’amministrazione comunale. Lo conosciamo bene, come conosciamo bene l’intera famiglia che ha sempre incarnato i valori della civiltà, del sacrificio e della rettitudine. Per questo possiamo dirci sicuri della posizione cristallina del nostro concittadino al quale esprimiamo la nostra vicinanza esortandolo a lottare per la verità”. Monti si dice tranquillo e più disteso dopo aver appreso la notizia che la posizione di Denis si stia facendo favorevolmente più nitida e che a breve tornerà a riabbracciare la famiglia. “Tutta l’amministrazione, ed io personalmente, confidiamo nella giustizia thailandese e negli organi inquirenti perché facciano luce sull’orribile delitto del socio in affari di Denis; crediamo che giustizia vada resa all’imprenditore toscano ed auspichiamo che presto vengano definitivamente individuati i responsabili; ma soprattutto che Denis possa dimenticare per sempre questa pagina triste. Siamo certi, inoltre, che saprà dimostrare di non avere nulla a che fare con l’assassinio. Esprimiamo, infine, solidarietà al presidente della protezione civile, Adriano Cavatassi, e anche ai suoi familiari che vivono a Tortoreto per l’angoscia che stanno sopportando. A loro ci sentiamo vicini”.