Da Annozero a Sanremo, con tutto il rispetto per l’ottimo programma di Santoro, il salto è notevole, quali sensazioni si provano a poter lavorare per il Festival della canzone italiana?
“Bella domanda, da Santoro a Sanremo, sembra quasi una battuta! L’emozione e’ sempre la stessa, non cambia. Non ti nascondo però che quando lo scorso anno mi hanno chiamata a far parte della redazione del 60° Festival di Sanremo, ho provato un tonfo al cuore, quando cresci sognando di fare questo lavoro, l’idea di varcare la soglia dell’Ariston, di far parte della squadra di un programma evento che si porta dietro la storia della musica italiana, lo stesso che guardavi da bambina con tutta la famiglia e che hai continuato a guardare negli anni…beh, fa effetto eccome! Per la prima volta non sarei stata davanti alla tv ad aspettare trepidante le canzoni in gara, ma dietro!
Anche se ti confesso una cosa, non ci crederai, ma la scuola di Santoro, i miei tre anni ad Annozero, sono stati oro colato per affrontare il Festival…se è vero che Sanremo è l’evento televisivo dell’anno…è vero che Annozero è l’ evento tv dell’informazione, e l’impegno e la professionalità richiesti sono gli stessi in entrambi i casi!”
Celestina, raccontaci quello che accade “dietro le quinte”, quello che non appare in video. Che aria si respira nei corridoi dell’Ariston durante la serata?
“Hai presente un tornado che travolge tutto? Più o meno questa è la sensazione. I corridoi dell’Ariston sono un affascinante labirinto nel quale non è facile districarsi…piani su piani, scale su scale…camerini, sartoria, sala trucco, sala prove, sala stampa: e’ tutto un fermento! Non c’è il tempo di fermarsi un secondo…neanche quando incroci per le scale Battiato con le cuffie…quando vedi Vecchioni appoggiato ad una porta parlare al telefono…quando ti passano i Take That sotto il naso, ti sembra di vivere tante allucinazioni, non ti pare possibile…ma non hai il tempo di realizzare, perché devi correre a fare qualcosa…Tutto è urgente, determinante, fondamentale: la scaletta che cambia, il copione che varia, la busta del televoto che incombe, il tuo ospite che deve arrivare nel backstage per salire sul palco, gli autori che chiamano…E appena hai un attimo per fermarti, pensi: Ma quello era Robbie Williams!”
Il cantante che si è “emozionato” di più? A parte l’eterno ragazzo Gianni Morandi, apparso davvero emozionatissimo la prima sera.
“Gianni non era emozionato solo la prima sera, Gianni si è emozionato sempre! In ogni momento, perché ha creduto profondamente in tutto quello che ha fatto ed ha vissuto con autenticità ogni singolo istante. Mi sembrerebbe quasi di mancare di rispetto agli altri artisti dicendoti a mio avviso chi si è emozionato di più…per il semplice fatto che l’emozione di quello che vivi, che canti, che porti su quel palco è talmente intima, talmente profonda, che nella frenesia che ti descrivevo prima, non si riesce sempre a cogliere. C’è chi si mangia le unghie…chi chiama a casa, chi guarda nel vuoto per non deconcentrarsi, chi ripete fino allo sfinimento le parole dell’inciso…c’è chi abbassa lo sguardo e si estranea per un po’ e chi “cazzeggia” fino a tre secondi prima di entrare…ognuno fa una cosa diversa…ma tutti ci credono allo stesso modo, di questo ho la certezza!”
Due stupende prime donne, Belen e la Canalis. Quanto la bellezza femminile risulta determinante per la riuscita di uno spettacolo come Sanremo?
“Premetto che prima di conoscerle pensavo: ah beh, ce l’avranno un difetto…magari sono più “fighe” in tv…ma figurati se sono simpatiche! E invece…a grande sorpresa ho scoperto due professioniste instancabili, sempre chiuse in sala prove, sempre presenti alle riunioni, più preoccupate di quello che avrebbero fatto sul palco che di quello che avrebbero indossato. Fermo restando che rimangono indiscutibilmente bellissime (con e senza trucco) e che hanno senza dubbio lasciato senza fiato gran parte di coloro che le guardavano da casa. La riuscita vera del Festival l’hanno determinata tutta una serie di fattori e di scelte e non ultima l’alchimia che si era creata tra tutti e cinque i componenti del cast. La bellezza c’era, era oggettiva, ma c’è stato anche tanto altro!”
Celestina, in molti davano per vincenti i Modà e Emma, ma anche Giusy Ferreri era tra le favorite. Hanno detto che con Vecchioni ha vinto la qualità. Sei d’accordo?
“Non so se si può… ma chi se ne frega, te lo dico lo stesso! Vecchioni era anche tra i miei favoriti! Quando due mesi fa ho ascoltato il suo pezzo, ho pianto per circa mezz’ora…Non concordo comunque con l’affermazione che “con Vecchioni ha vinto la qualità” perché questo vorrebbe dire discriminare le altre canzoni in gara, so che posso sembrare di parte, ma credo che tutte e 14 le canzoni meritino di essere riconosciute come pezzi di qualità, ognuno di quegli artisti è degno di lode e si porta dietro un curriculum di tutto rispetto, compresi quelli provenienti dai talent”.
Secondo te esiste una differenza sostanziale tra il successo del vincitore “ufficiale” del Festival e gli ascolti che invece poi seguiranno in radio o sulla rete, ad esempio?
“Non esistono differenze, esistono realtà, numeri…a volte coincidono a volte no…Sento di poter azzardare che questa volta ufficioso e ufficiale coincideranno”.
Un’ultima domanda è d’obbligo a questo punto: quali ricordi e quali emozioni porterai con te di questo 61° Sanremo?
“Sapevo che prima o poi sarebbe arrivata la domanda da un milione di dollari…se rispondessi seguendo il mio flusso di coscienza butterei via quel che resta del mio dono della sintesi! cercherò di essere breve… l’anno scorso, appena finito il festival (il primo al quale ho lavorato) mi hanno chiesto: hey l’anno prossimo lo rifai? E io, con gli occhi sgranati ho risposto: ma che siete matti? Uno basta e avanza! Pochi mesi dopo mi ritrovavo a firmare il contratto per il mio secondo festival… Lavorare a Sanremo è un po’ come un parto…vivi dei mesi intensissimi, in crescendo, l’adrenalina sale ogni giorno di più’, le cose da fare si moltiplicano…arrivi stremata alle ultime settimane, che sono poi quelle in cui devi dare il massimo, patisci stress, tensione, fame e sonno gli ultimi cinque giorni, dormi 4 ore a notte, non hai regole, orari, ti dimentichi di chiamare a casa, vivi perennemente al telefono…e pensi continuamente. ma chi me l’ha fatto fare!!!…poi finisce…il tempo passa, l’adrenalina scende e un po’, tutto quel casino comincia a mancarti…ti dimentichi dei “dolori” e cominci a sognarne un altro”.
E come direbbe infine, il vincitore di questa edizione, prendendo a prestito una frase da una sua celebre canzone, “…si spengono le luci a San Siro…”, pardon; a Sanremo! Per questo anche se appare certo prematuro pensare già al prossimo, state pur certi che “arriverà”. Un grazie di cuore va a Celestina Pistillo e a tutti coloro che hanno lavorato per regalarci 5 splendide serate di emozioni di divertimento, di cultura e di bella musica italiana.