L’indagine, effettuata dalle fiamme gialle su delega del sostituto procuratore Giuseppe Falasca, ha fatto emergere una grave e ripetuta inerzia da parte del Comune costiero, che allo stato attuale non avrebbe mai concretamente intrapreso delle attività di accertamento, e dunque, di riscossione, di una serie di canoni enfiteutici, dovuti da quei cittadini che nel corso degli anni hanno avuto in uso delle aree territoriali di proprietà dell’ente. Secondo quanto accertato dalla finanza, l’amministrazione comunale si sarebbe limitata ad accertate solo gli importi relativi a delle istanze di affrancazione, lassismo questo che avrebbe nel concreto fatto decorrere i termini entro i quali le somme potevano essere richieste. Per gli anni 2005 e 2006 il danno accertato è di 350mila euro, il resto per le annualità pregresse le cui somme esigibili sono andate in prescrizione. La responsabilità di tale situazione è stata addebitata a nove componenti della giunta comunale, che in seguito ad alcune deliberazioni del 2005 hanno procrastinato, senza motivazione, l’avvio dell’attività di accertamento e di riscossione dei canoni. I nove ex amministratori sono stati denunciati per abuso d’ufficio, mentre la pratica è stata trasmessa alla Corte dei conti per quanto concerne il possibile danno erariale nei confronti del Comune. E’ la vaglio anche la posizione degli amministratori alla guida della cittadina costiera negli anni successivi, circa la loro inerzia nell’attivare le procedure per riscuotere i crediti vantati dall’ente.