A denunciarlo è il Gruppo consiliare “Guardiagrele per il bene in comune”, secondo cui pare che sia stato anche deciso il ridimensionamento della radiologia, dopo il pensionamento del primario e di un medico e la sostituzione del laboratorio analisi con un punto prelievi senza nessuna assistenza di tecnici e specialisti. “Il momento è grave” scrivono in una nota. “Siamo ad una svolta per la storia della città che consegna un quadro di gravi responsabilità dalle quali non è certamente immune l’attuale amministrazione. Accreditatisi come i salvatori dell’ospedale, Salvi e i suoi amici hanno mantenuto il sacco di chi stava scippando Guardiagrele e i suoi cittadini del bene più importante: il diritto alla salute. La drammatica verità è che Salvi è stato silente di fronte a questo disegno. Dai tavoli di trattative di cui ha parlato cosa ha portato a casa? Cosa mai potrà sostituire un ospedale? Come si può accettare il principio della disattivazione di una struttura che ha continuato a garantire assistenza a tutto il bacino pedemontano? E Guardiagrele sarebbe una delle 100 città per la sicurezza? La sicurezza per chi?”.
Il gruppo consiliare “Guardiagrele il bene in comune”, intanto, proprio questa mattina ha notificato l’appello al Consiglio di Stato contro l’ordinanza cautelare del Tar de L’Aquila che aveva respinto la sospensiva richiesta nel ricorso bis presentato con il Tribunale del Malato. “Nell’atto abbiamo messo in evidenza come l’assunto al quale il Tar ha prestato fede secondo il quale il Pronto Soccorso resterà funzionante nelle 24 ore con le modalità ordinarie e preesistenti è smentito dalle stesse difese dell’Amministrazione e dai documenti che abbiamo prodotto. L’ordinanza, in ogni caso, non ha tenuto in nessun conto la grave lesione al diritto all’assistenza sanitaria rappresentato dalla disattivazione dei posti letto per acuti. Abbiamo chiesto che il Presidente della sezione assegnataria pronunci un provvedimento interinale di sospensione e confidiamo che, sulla base delle argomentazioni portate e dei documenti, ci possa ancora essere un blocco. Nel frattempo abbiamo nuovamente diffidato Regione, Commissario, Asl e Sindaco dall’adottare o avallare atti e provvedimenti che, riducendo personale, spostando Unità Operative, disattivando Reparti per acuti, comportino una modificazione del regime di operatività del Pronto Soccorso e, di conseguenza, dell’intero Ospedale di Guardiagrele”.
Domani mattina, infine, il sindaco ha convocato i sindaci del territorio. “Sarà, probabilmente, l’ultimo atto di questa farsa, la celebrazione delle esequie di un cadavere che ha lentamente accompagnato al cimitero”.