Lanciano, tribunale risarcisce con oltre un milione di euro genitori di bambina con rara patologia

medicoLanciano. Una bambina affetta da una rarissima patologia per un errore negli esami diagnostici. È accaduto a Foro di Lanciano, un Comune della Val di Sangro, ad una coppia di coniugi che nel 1999 hanno messo al mondo una bimba affetta da ceroide lipofascinosi neuronale infantile.

A distanza di 11 anni, i due si sono visti riconoscere dal giudice Cecilia Bernardo, della seconda sezione civile del tribunale di Roma, un risarcimento di un milione e 600mila euro. La storia della coppia inizia in realtà nel 1993, quando nacque il loro primo figlio, che a pochi mesi di vita mostrò alcuni deficit motori e psichici. I genitori sottoposero il piccolo ad una serie di accertamenti all’ospedale Bambin Gesù di Roma. La diagnosi stabilì che il bambino era affetto da ceroide lipofascinosi neuronale infantile, di cui madre e padre erano portatori sani.

I sanitari diedero però alla coppia anche una speranza, sostenendo che, attraverso particolari esami molecolari, i due avrebbero potuto tentare una nuova gravidanza e il bambino sarebbe potuto nascere sano. Nel 1996 il primo tentativo, che però andò male: la madre fu costretta ad interrompere la gravidanza. Nel 1999, invece, la villocentasi diede un risultato favorevole e a settembre dello stesso anno nacque una bambina. Dopo un anno e mezzo, però, anche lei mostrò i segni della stessa malattia di cui era affetto il fratello, che nel frattempo è deceduto.

La sentenza del tribunale ha condannato l’ospedale e il medico che eseguì l’esame molecolare. “Un risultato che” come commenta il legale della coppia “risarcisce almeno in parte i nostri assistiti, che in questi anni sono stati costretti anche ad indebitarsi per far fronte alle cure necessarie alla figlia, obbligata a sottoporsi a costose terapie negli Stati Uniti”.

 

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