Chieti. Il Parco Nazionale della Costa Teatina è in dirittura d’arrivo: domani a Roma è in programma una riunione tecnica preliminare all’imminente passaggio in Conferenza Stato-Regioni, ultima tappa prima della firma del Decreto da parte del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Il nuovo Parco è una scelta di innovazione per un territorio da troppi anni in crisi che sicuramente non sarà rilanciato né da ulteriori cementificazioni né da altri pozzi petroliferi. Non si può continuare a guardare al passato e sperare di uscire dall’attuale stallo economico con gli stessi strumenti che sono alla base della crisi. Il Parco Nazionale può rappresentare la svolta: basta vedere, tra gli altri, i dati positivi di Unioncamere sulla ricchezza prodotta dalle aree naturali protette e i dati ANCE sulla riqualificazione urbana e l’efficienza energetica.
Il Parco, se non fosse stato volutamente rallentato, avrebbe anche rappresentato un eccezionale deterrente contro Ombrina Mare, come risulta chiaramente dalla lettura delle motivazioni del parere favorevole del Comitato VIA nazionale. Oggi questa funzione è a rischio e la colpa è proprio di coloro che hanno tenuto il freno premuto: a questi rischiano di aggiungersi quanti, ingenuamente o di proposito, offrono alla politica nuove motivazioni per rallentare un iter ormai prossimo al traguardo.
Lo ribadiamo chiaramente: prima si porti a compimento l’iter autorizzativo del Parco nazionale della Costa Teatina, atteso da 15 anni, e poi ben venga qualunque altro ulteriore strumento di tutela e valorizzazione del nostro territorio e del nostro mare.
Non vanifichiamo il positivo lavoro svolto fino ad oggi che ci ha portato a una grossa attenzione intorno a questi temi, coinvolgendo tante persone, dai 40.000 di Pescara ai 60.000 di Lanciano, che vedono nel Parco Nazionale il modello di sviluppo dei nostri territori diverso e opposto a quello della deriva petrolifera.
Lo stesso attuale documento programmatico delle azioni di governo della Regione Abruzzo si rifà ai principi ispiratori della nuova programmazione europea che si basa su una crescita che deve essere intelligente, sostenibile e inclusiva. E nella strategia sulla Macroregione adriatico ionica, la Regione Abruzzo condivide nel piano di azione e di lavoro quattro pilastri, tra cui figurano la qualità ambientale, con esplicito riferimento alla tutela della biodiversità e degli ecosistemi, e il turismo sostenibile, che ben si sposa con la nascita della Via Verde e con la necessità di tutelare l’unico nostro tratto di costa ancora in parte non cementificato e che accoglie il nostro secondo brand turistico: i trabocchi.
Il Presidente D’Alfonso non lo dimentichi, domani, al Ministero. Sia consapevole che questo appuntamento segna la credibilità dell’Abruzzo Terra dei Parchi e del suo programma di governo. Se “L’Abruzzo vale”, il Parco Nazionale della Costa Teatina è la priorità!
E non ceda alla tentazione di accontentare le parti più retrive della sua composita maggioranza avvalorando soluzioni strumentali che finiscono per far perdere tempo. Contribuisca invece a delineare un percorso a tappe forzate verso il Parco Nazionale della Costa Teatina e ribadisca, da Presidente degli abruzzesi, il no di una intera regione alla scelta petrolifera.
Una volta istituito il Parco nazionale, si potranno valutare tutte le possibili estensioni a mare come il modello concreto dell’Arcipelago Toscano.
Il Commissario De Dominicis avrebbe potuto fare certamente di più, ma gli va dato il merito di aver lavorato e presentato un progetto reale dopo 15 anni di chiacchiere. Un progetto che la Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Ministero dell’Ambiente hanno accolto positivamente e che domani il Presidente D’Alfonso dovrà difendere per la sua gente, per coloro che lo hanno eletto e per chi chiede ai rappresentanti delle Istituzioni una reale credibilità.