“Stiamo vivendo un momento molto delicato” ha detto Mons. Ghidelli “ma se il Signore permette che questo accada, vuol dire che la Chiesa è bisognosa anche di penitenza. Sono certo però che il Papa non si lascerà intimidire e che la sua forte personalità lo aiuterà a superare questo periodo”.
Sulla stessa linea d’onda si pongono tutti i Vescovi della Cei, secondo i quali “il rigore e la trasparenza nell’applicazione delle norme processuali e penali canoniche sono la strada maestra nella ricerca della verità e non si oppongono, anzi convergono, con una leale collaborazione con le autorità dello Stato, a cui spetta accertare la consistenza dei fatti denunciati”.
Secondo i porporati della Conferenza Episcopale Italiana, inoltre, è sbagliato attribuire i casi di pedofilia nella Chiesa al celibato sacerdotale, che “non costituisce un impedimento o una menomazione della sessualità, ma rappresenta una forma alternativa e umanamente arricchente di vivere la propria umanità in una radicale donazione a Cristo e alla Chiesa”.
Resta il fatto che “il peccato di alcuni non cancella l’abnegazione di cui danno prova tantissimi sacerdoti“, così come è importante “un’accurata selezione dei candidati al sacerdozio, vagliandone la maturità umana e affettiva oltre che spirituale e pastorale”.
Mons. Ghidelli, intanto, che ha già presentato le sue dimissioni alla Santa Sede per sopraggiunti limiti di età, ha espresso il desiderio di lasciare il suo incarico dopo gennaio 2011, cosà da festeggiare con i fedeli frentani il decennale della sua consacrazione.
Marina Serra