Chieti. Nella notte, a mezzanotte circa, un incendio di vaste proporzioni, quasi sicuramente di natura dolosa, è scoppiato nella discarica abusiva tra Chieti e Bucchianico, in località Colle Marcone, sulla quale è stata aperta un’inchiesta della Procura. Il fuoco potrebbe aver distrutto le ‘prove’ che avrebbero potuto collegare la discarica a un grande impianto di Acerra, nel Napoletano.
Sul posto vigili del fuoco, agenti della Forestale, tecnici dell’Arta, i sindaci di Chieti e Bucchianico e l’assessore regionale Mario Mazzocca. L’incendio è stato difficile da domare perché appiccato in diversi punti e a causa della strada franata che ha rallentato i lavori dei pompieri. Le fiamme alte e il fumo sono arrivati fino alla costa teatina.
“Il bruttissimo incendio della discarica abusiva di Colle Marcone di questa notte è un episodio inquietante che desta rabbia, sgomento e forte preoccupazione. Gravissimo che si conoscesse da tempo l’ esistenza di rifiuti pericolosi sulla collina teatina e che nonostante questo non si sia riusciti ad impedire che quei rifiuti potessero essere incendiati. In queste ore moltissimi cittadini di Chieti, Bucchianico e delle aree circostanti sono preoccupati per la loro salute e per quello che fumi e residui dell’incendio possono causare. Oltre a fare di tutto per accertare le responsabilità di questo crimine commesso contro la nostra terra d’Abruzzo e contro il territorio teatino è indispensabile che Sindaco e autorità preposte siano vicini agli abitanti”. Ha commentato il consigliere comunale del Partito Democratico, Alessandro Marzoli, chiedendo “al Comune di Chieti e agli organi competenti, anche per evitare inutili allarmismi, che vengano informati immediatamente i cittadini di Chieti e delle aree limitrofe sui dati relativi alla qualità dell’ aria, sugli accorgimenti da utilizzare per diminuire i rischi di contatto con agenti pericolosi e su tutte le future iniziative necessarie per proteggere persone, animali, acque e raccolti. Riteniamo infine indispensabile un immediato piano di bonifica dell’area incendiata con tempi certi, un maggiore controllo sui siti di stoccaggio rifiuti a rischio incendio e maggiore attenzione sulla concessione di autorizzazioni per il deposito di rifiuti in modo da limitare al massimo in futuro altri indecenti episodi sulla nostra terra come quello di questa notte.”
Per il Movimento 5 Stelle “da ieri notte, bruciano piombo, batterie esauste, sacchi con scarti industriali, medicinali e rifiuti ospedalieri, ecoballe ed altri materiali non ancora identificati per i quali siamo in attesa dei risultati degli esami da parte dell’Arta e della Asl. Questo il quadro al quale abbiamo assistito inermi: strada Provinciale 8 non percorribile da oltre un anno e vigili del fuoco impossibilitati ad intervenire con gli idranti. Le informazioni raccolte sul posto non certo migliori visto che l’intervento dell’elicottero non si sarebbe potuto avere prima delle 5 del mattino. Scene inquietanti a cui, nostro malgrado, assistevamo inermi come purtroppo d’abitudine in un paese in cui si interviene solo a tragedia avvenuta e mai in via preventiva. Scene da ecomafie nella terra dei fuochi: stesso modus operandi della criminalità organizzata che preferisce bruciare e cancellare per sempre le prove dei misfatti, ma noi “gufi grillini” avevamo già denunciato da più di un anno, il potenziale inquinante ed i pericoli legati a quell’area, peraltro già interessata da un procedimento penale risalente al 2009 e già concluso. L’intero sito quindi doveva essere bonificato, anche al fine di evitare che potessero verificarsi simili episodi e soprattutto con lo scopo di ripristinare le condizioni di igiene e sicurezza pubblica. Da tempo il MoVimento 5 Stelle si è occupato del problema, soprattutto grazie all’azione di Alfredo Mantini di Bucchianico che a più riprese ha chiesto di liberare la strada Provinciale dalla frana, da ultimo con una nota indirizzata al Prefetto, evidenziando proprio i rischi connessi all’impossibilità di accesso per i mezzi di soccorso. Anche la presenza della discarica era ben nota ed abbiamo continuato a chiedere interventi istituzionali per capire cosa contenesse, se ci fossero rischi per la salute dei cittadini ed in ogni caso, interventi di bonifica. Di chi allora le responsabilità? Dov’era il Comune di Chieti ed il suo Sindaco quali soggetti istituzionali preposti alla bonifica ed alle attività di prevenzione. Dov’era il Presidente della Provincia che, nonostante le ripetute segnalazioni e proteste dei cittadini, ha sempre procrastinato gli interventi di ripristino della viabilità sulla strada di sua competenza? E il prefetto che non ha neppure risposto alla richiesta inoltrata da Alfredo Mantini? Anche la Procura non sembra esente da responsabilità in ordine all’accertamento dei fatti, soprattutto con riguardo alle omesse attività di bonifica. Non da ultimo la Regione Abruzzo, lontana dal comprendere quanto è importante investire fondi nella prevenzione, bonifica e ripristino delle condizioni ambientali”.
Il MoVimento 5 Stelle chiede, a gran voce, che “il Sindaco Di Primio si faccia parte attiva con immediatezza: non solo informi la cittadinanza sui possibili rischi legati alla salute, ma con altrettanta decisione, intervenga presso la Regione, dove continueremo a far sentire alta la nostra voce. Il M5S Chieti non darà tregua al Presidente D’Alfonso: dovranno essere reperiti i fondi necessari per la bonifica, anche per altri siti, altrettanto pericolosi, che insistono sul territorio comunale (S.I.R. Chieti Scalo)”.