A fronte di un valore di mercato di circa 600 euro ogni 100 grammi la vendita avveniva a 45 euro per 100 grammi. Le indagini hanno preso il via in prossimità di Natale, quando il consumo di caviale aumenta, e il personale del Cites, coordinato da Luca Brugnola, e’ rimasto colpito proprio dal prezzo. Considerato poi che nel 2009 non è stata consentita l’importazione di caviale dalla Russia (cioè le quote erano pari a zero), si è capito che si trattava di importazione illegale. Si è scoperto che il finto caviale, poi sequestrato, arrivava illegalmente in Abruzzo dalla Russia passando per la Moldavia. A detenere il prodotto era una donna romena che e’ stata denunciata col suo convivente, un italiano. La ditta della donna non si occupa, tra l’altro, di prodotti alimentari. Sono in corso gli accertamenti per capire di che tipo di merce si tratti e la sua qualità. Non si sa ancora quanta merce sia sta commercializzata prima dell’intervento del Corpo Forestale, coordinato da Guido Conti. La Convenzione di Washington tutela le uova di storione, dalle quali si ricava il caviale, e non e’ escluso che possano seguire delle contestazioni anche a questo proposito.