Amatrice. Entra nel vivo l’inchiesta sui crolli nel terremoto che ha devastato il Centro Italia. La Guardia di finanza sta effettuando una serie di acquisizioni di documenti in diversi Enti pubblici e nelle sedi delle ditte che hanno effettuato i lavori di ristrutturazione della scuola di Amatrice, crollata dopo il sisma del 24 agosto.
Gli uomini del Nucleo anticorruzione e dei Nuclei di polizia tributaria delle Fiamme gialle stanno operando a Rieti, Torino e Bari presso le sedi della Regione, della Provincia e del Genio civile oltre che nelle sedi delle ditte.
Si scava aancora ad Amatrice. E’ stata recuperata l’ultima vittima ufficiale dell’hotel Roma di Amatrice: i vigili del fuoco, dopo un difficile lavoro durato tutta la notte, l’hanno estratta dalle macerie questa mattina. Il corpo era incastrato tra i calcinacci sotto una trave di cemento armato, dieci metri più in basso di quella che era la posizione originale della stanza dove si trovava al momento della scossa. Con il recupero di stamattina, non si concludono le ricerche nell’hotel Roma: ci sono ancora una decina di stanze dell’albergo che non sono state raggiunte. Dalla lista degli ospiti, recuperata dai vigili del fuoco sotto le macerie nei giorni scorsi, e dalle informazioni raccolte, non dovrebbero esserci altre persone all’interno dell’albergo, ma si continuerà a scavare fin quando ogni centimetro di macerie sarà stato controllato.
Sono oltre 3000 le repliche del terremoto. Dalla prima scossa di magnitudo 6 delle ore 3,36 del 24 agosto, la Rete Sismica Nazionale dell’Ingv ha localizzato 3001 eventi: 133 quelli di magnitudo compresa tra 3.0 e 4.0, 12 di magnitudo compresa tra 4.0 e 5.0 e uno di magnitudo maggiore di 5.0.
I funerali. “Il terremoto non uccide. Uccidono le opere dell’uomo!”, così il vescovo di Rieti, monsignor Domenico Pompili, nell’omelia della messa funebre ad Amatrice. La ricostruzione – ha proseguito – non dev’essere “una ‘querelle politica’ o una forma di sciacallaggio di varia natura, ma quel che deve: far rivivere una bellezza di cui siamo custodi”.
“Questa gente è morta perché amava questa terra e noi vogliamo restare qui”, ha detto il sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi, al termine dei funerali. Una frase accolta da un forte applauso da parte della folla che gremisce la tensostruttura. Il sindaco ha quindi abbracciato forte e a lungo il vescovo di Rieti, mons. Domenico Pompili, che ha celebrato il rito.
“Disertare questi luoghi sarebbe ucciderli una seconda volta – spiega mons. Domenico Pompili -. Come si ricava da un messaggio in forma poetica che mi è giunto oltre alle preghiere: ‘Di Geremia, il profeta, rimbomba la voce: ‘Rachele piange i suoi figli e rifiuta di essere consolata, perché non sono più’. Non ti abbandoneremo uomo dell’Appennino: l’ombra della tua casa tornerà a giocare sulla natia terra. Dell’alba ancor ti stupirai'”.
Ci sono voluti otto minuti, al vescovo per leggere i nomi di tutte le vittime del terremoto. Un lungo elenco, salutato al termine con un forte applauso, che ha dato l’inizio ai funerali ad Amatrice, per le vittime del terremoto che ha devastato il centro Italia.
Il crocifisso ligneo, salvato dal crollo di una delle chiese di Amatrice, è stato fissato dai volontari sull’altare della tensostruttura. Sul sagrato improvvisato ci sono fiori e palloncini bianchi, come le bare bianche poste sul sagrato improvvisato.
I volontari della Protezione Civile hanno predisposto, sotto una pioggia battente, due grosse tensostrutture nel cortile del complesso Don Minozzi, la struttura educativa per buona parte crollata con la scossa del 24 agosto. A celebrare le esequie funebri il vescovo di Rieti Domenico Pompili, l’ex vescovo dell’Aquila Molinari e il vescovo di Ascoli Giovanni D’Ercole. Presenti anche il premier, Matteo Renzi, e il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, oltre ai presidenti della due Camere, Grasso e Boldrini.