Soldi trovati durante la perquisizione: la posizione di Mauro Febbo

Chieti. “In relazione alle notizie di stampa circa il rinvenimento, in una cassetta di sicurezza nella disponibilità di Mauro Febbo, di denaro e valori di ingente ammontare nel corso della perquisizione eseguita d’ordine della Procura della Repubblica di Pescara, lo scorso 3 maggio, avverto la necessità di precisare che il contenuto è interamente riconducibile all’attività professionale del cliente, ragioniere tributarista attivo da oltre quarant’anni.

 

Non trattasi, pertanto, di profitto del reato di corruzione o di altro illecito”.

Ad affermalo, in una nota, Massimo Cirulli, avvocato difensore di Mauro Febbo, capogruppo di Forza Italia in consiglio regionale e coinvolto nell’inchiesta della procura di Pescara su questioni legate al mondo della sanità.

“D’altronde, il cliente era stato reso destinatario”, prosegue l’avvocato, “nelle precedenti settimane, dell’avviso di proroga delle indagini preliminari, nel quale si ipotizzava la commissione del reato di corruzione. Se il contenuto della cassetta fosse stato di illecita provenienza, il cliente si sarebbe affrettato a prelevarlo, mentre a tanto non ha provveduto neppure a seguito dell’accesso eseguito dalla polizia giudiziaria, a riprova della sua buona fede.

Con istanza depositata il 6 maggio ho chiesto al P.M. di sottoporre ad interrogatorio l’indagato, che in quella sede potrà fornire convincente dimostrazione della lecita provenienza del denaro e dei valori rinvenuti nella cassetta di sicurezza.

Mauro Febbo riafferma la sua totale estraneità ai fatti contestatigli: non soltanto non ha ricevuto dazioni corruttive od altrimenti illecite da parte di nessuno, ma ha fermamente avversato – come risulta documentalmente provato – il progetto di finanza relativo alla costruzione e gestione del nuovo polo oncologico presso l’ospedale di Chieti. Confida, pertanto, nella sollecita archiviazione del procedimento penale”.

 

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