Atessa. Pubblichiamo, di seguito, una lettera aperta giunta in redazione, che denuncia la situazione vissuta da un giovane studente disabile che frequenta la quarta classe di un istituto superiore di Atessa.
Presso un Istituto di istruzione superiore di Atessa è regolarmente iscritto un alunno disabile, Vito, al quale, pur essendo riconosciuta la sua disabilità, è stato negato il diritto al sostegno e, dunque, è stato negato il diritto allo studio. Dall’inizio dell’anno scolastico Vito si è visto assegnare dalla dirigente scolastica zero ore di sostegno. Mai una sola ora gli è stata concessa. Vito frequenta ormai saltuariamente la scuola perché la forza della dissuasione lo ha convinto che non è ben accetto dall’istituzione scolastica e che la strada della propria realizzazione non passa per la scuola. Vito ha i genitori separati e vive con la madre disoccupata. Nessuno, per lui, può minacciare ricorsi al Tar o denunce. Deve tacere. Tutto questo nonostante la sentenza n. 215/87 della Corte Costituzionale abbia sancito il diritto pieno e non condizionato degli alunni con disabilità a frequentare la scuola superiore di II grado con pieni diritti. Essa stabilisce che gli alunni con handicap non possono considerarsi irrecuperabili e che l’integrazione giova loro non solo ai fini della socializzazione, ma anche dell’apprendimento – da ciò l’obbligo di assicurare la presenza dell’insegnante di sostegno con un monte ore adeguato – e una sua “artificiosa interruzione, facendo mancare uno dei fattori favorenti lo sviluppo della personalità, può comportare rischi di arresto di questi, quando non di regressione”. Invece Vito finirà per alimentare l’evasione scolastica, tutto regolarmente avallato e taciuto da chi avrebbe docuto assicurare e vigilare sul rispetto dei suoi diritti, promuovere la sua integrazione e piena scolarizzazione e, invece, non ha mosso un dito. Chi risarcirà Vito per i diritti violati? Chi lo ha privato dell0integrazione e delle competenze che avrebbe dovuto avere, favorendo invece la sua regressione?”