Ad un mese esatto (11 maggio in realtà) dall’inizio della seconda stagione (in Italia) mi trovo costretto, piacevolmente costretto, a decantarvi le plaudenti lodi di questo serial marcato HBO: Game Of Thrones. La verità è che avremmo dovuto capirlo dalla intro, da ciò che noi chiamiamo “sigla”, stupenda sia musicalmente che come resa video, che questa serie ci avrebbe spinto ad una dipendenza, un addictiveness seriale dovuta in primis alla non-lettura dei libri delle “Cronache Del Ghiaccio E Del Fuoco” di George Raymond Richards, ai quali le vicissitudini delle sette famiglie che ambiscono a ciò che è stato definito in Italia “Il Trono Di Spade”*** si riferiscono et in secundis alla qualità recitativa e scenografica di assoluto valore.
Giusto per non essere il solito noiosone che neologizza e scrive per sè, rimando al semprepessimo gossip che ha voluto il povero Chiambretti inventarsi capriole e nudi saltimbanchi per aumentare il mal nutrito audience della sua recente trasmissione, per un colpo di classe notato da pochi ma, ciònonostante, apprezzato da molti: la presenza del bravissimo e, per essere aggettivalmente moderno e sprezzante, simpaticissimo Peter Dinklage. Sinceramente non sono conosciuto per il mio buon cuore, quindi quello che sto per esprimere è un giudizio del tutto asettico alla situazione fisica di Mr. Dinklage: uno dei migliori attori che ho avuto l’onore di vedere negli ultimi cinque anni; nello specifico in questo avvincente serial, mentre interpreta quello che probabilmente è il personaggio meglio disegnato ed intagliato, Tyrion Lannister, figlio della potente ed ultra-facoltosa famiglia Lannister, fulcro della prima serie. Una prima serie intrecciata nelle vicende di una decina di caratterizzazioni sapientemente miscelate ed offerte al pubblico con un alto numero di colpi di scena, location curate nel dettaglio e sceneggiatura librica, ergo di qualità superiore.
Sean Bean dies in every movie, e questo è tutto lo spoiler che mi permetto di darvi, poichè la serie è talmente ben’ articolata che sarebbe uno dei pochi peccati da non commettere quello di rivelarvi la seppur minima sfumatura, nebbia, fiamma, entro la quale tale produzione si esplica, svolge, estende, o meglio, il rude medieval andante terreno in cui rigogliosamente ramifica e… in pratica ve lo sto consigliando.
Buona visione.
AllTheBest
P.s. Informazione di servizio: negli States, ad oggi, siamo alla seconda puntata, che ovviamente io la mia Junkie (On The Bag) [Cit. W.B.] abbiamo già visto, ma che assolutamente non riveliamo.
*** Possiamo anche capire l’assonanza filmica con il titolo originale, ma qui trattasi di contraffazione, di inganno, di fuorvianza: scusate, ma “Game Of Thrones” è così difficile da tradurre? Ok Thrones può non essere immediato, ma è quasi identico all’Italiano, “Troni”, e se -game of- non riusciste a tradurlo vi pregherei di uscire dal loculo entro il quale vi siete tumefatti per infine approdare nel 2012…si scherza eh!….quindi “Gioco Di Troni” o meglio “Il Gioco Dei Troni”, lo trovate semanticamente brutto? Aveva qualcosa che non andava?