E’ quanto ipotizzano gli archeologi della sezione Bizantus di Firenze e gli studiosi di storia bizantina “Magnaura” di Reggio Calabria dopo che lo scorso 27 marzo sulla sponda sud del Tordino, all’altezza di Coste Lanciano a poche decine di metri da una vecchia discarica interrata, è stato rinvenuto un piccolo tesoro, ovvero alcune monete d’oro risalenti a circa 1200 anni fa.
Raffigurerebbero Stauracio (ma questo dato deve essere ancora confermato), imperatore bizantino per pochi mesi. Fu Basileus dei Romei dal 26 luglio all’11 ottobre dell’811 dopo Cristo. In quel periodo non furono coniate molte monete con la sua effige. I collezionisti di monete antiche, gli appassionati di numismatica sono in possesso di monete bizantine, ma quelle risalenti al periodo di Stauracio sono praticamente introvabili e avrebbero un valore importante.
Il piccolo tesoro è riemerso in un punto in cui nei mesi scorsi il fiume Tordino aveva eroso l’argine. La scoperta è stata fatta da un pastore residente a Pescina, di 47 anni, che in quella zona aveva portato le sue 380 pecore al pascolo. Questo è il periodo della transumanza e nella zona di Coste Lanciano i pastori solitamente attrezzano un’area per il riposo delle loro pecore.
Stava raccogliendo dei bastoni trasportati dalla corrente del fiume che servivano per fissare la rete elettrificata a basso voltaggio per evitare che le pecore potessero oltrepassare il recinto. Aveva notato uno strano luccichio. Ha raccontato agli archeologi che inizialmente pensava si trattasse di carta dorata riflessa dal sole.
Ma quando ha tirato fuori quella cosa strana, poco più grande di un bottone di camicia, si è accorto che era una moneta, consumata ai bordi e che sembrava assolutamente d’oro. Ha provato a scavare lì attorno. E a quel punto ne sono emerse altre. L’uomo ha avvertito il figlio, un ragazzone di 25 anni che studia medicina a Chieti. Il ragazzo assieme alla sua fidanzata aveva preso parte alcuni anni fa a dei seminari di archeologia, materia che lo affascina da sempre, a Firenze.
Si è messo quindi in contatto con i responsabili dell’associazione Bizantus, spendendo loro le foto di una delle monete rinvenute. Sul posto tre giorni fa sono arrivati gli archeologi fiorentini, guidati dal professor Severino D’Eufemio, e gli studiosi di arte e storia bizantina della sezione Magnaura di Reggio Calabria con a capo il professor Anastasio D’Aristippo che hanno raccolto altri elementi che fanno pensare che in quella zona doveva esserci un villaggio bizantino, anche piuttosto fiorente, con attività di commercio che si svolgevano sulle sponde di questo fiume.
Le monete, una quindicina in tutto, sono state prese in consegna e probabilmente finiranno in un museo. L’area è stata interamente picchettata ed è praticamente impossibile accedere per la presenza di un servizio di sorveglianza h24 per impedire che gli sciacalli, i saccheggiatori possano eseguire degli scavi.
Per quanto riguarda il pastore che ha fatto la sensazionale scoperta, probabilmente riceverà una somma in denaro dalla Sovrintendenza ai Beni Archeologi. Ma lui ha espresso un desiderio molto più umile: vorrebbe solo un camioncino, anche usato, con copertura in telo, per spostare le sue pecore dalle zone di pascolo quando piove.