In occasione del Primo maggio chiediamo alla Regione di giocare un ruolo attivo sulle tematiche economiche e del lavoro, un ruolo che in questa consiliatura è mancato, come dimostrano l’assenza di risposte alla crisi economica e occupazionale in Abruzzo, che si fa sentire in modo più incisivo che nel resto del Paese e come testimoniano i dati sulla sicurezza, che vedono l’Abruzzo fra le regioni con i dati peggiori, in cui il lavoro uccide.
In mancanza di concertazione con le parti sociali e di una strategia e politiche attive efficaci e condivise, sono divenute vulnerabili sia le piccole, sia le grandi aziende abruzzesi, anche dell’automotive e del manifatturiero, capisaldi della nostra economia, come Brioni, Denso, ATR, Veco e decine di altre. Una crisi diffusa, che coinvolge migliaia di lavoratori e lavoratrici che non hanno più un lavoro sicuro e che non hanno certezze per il futuro”, i consiglieri del Pd, Legnini Presidente, Abruzzo in Comune e Gruppo Misto fanno il punto sulla situazione in Abruzzo.
“Si tratta di uno dei temi più importanti, ma fra i meno affrontati dal Governo regionale di centrodestra in questi tre anni alla guida della Regione – affermano in conferenza Silvio Paolucci, Dino Pepe, Pierpaolo Pietrucci, Antonio Blasioli, Americo Di Benedetto, Marianna Scoccia e Sandro Mariani – Sulle crisi in corso la Regione è assente, o burocratico e formale; gli impegni presi sull’attivazione di tavoli e strategie sono ad oggi disattesi; le parti sociali non sono coinvolte; nei fatti manca una politica industriale in grado di affrontare i problemi prima che diventino crisi e di attuare una vera strategia per favorire investimenti a vantaggio del grande patrimonio del sistema industriale abruzzese. Sul lavoro mancano azioni strutturali, di tutela, sostegno e promozione delle politiche attive. In Abruzzo viviamo il paradosso di un’alta disoccupazione che si associa alla difficoltà delle imprese di trovare forza lavoro qualificata, realtà su cui si sconta la tardiva e assente programmazione dei fondi europei destinati in gran parte proprio alla formazione del personale. Questo accade, peraltro, in un momento in cui sono a disposizione risorse senza precedenti. L’attuale governo regionale si trova a gestire una mole di fondi imponente: 208 miliardi dal PNRR nazionale, più React-Eu, che prevedono una quota per l’Abruzzo; 1,8 miliardi del PNRR dal fondo complementare riservato ai territori dei due sisma del 2009 e del 2016; una quota di fondi comunitari del settennato 2021/27, che con i fondi strutturali e con la quota Abruzzo FSC porta a 2,6 miliardi le somme a disposizione su cui è indispensabile mettere in campo una programmazione per non correre il rischio che una parte consistente di esse non vengano utilizzate”.
La situazione e le proposte
– I DATI SUL LAVORO INSICURO. L’Abruzzo è una delle peggiori regioni italiane per il numero delle morti bianche, al termine del 2021, secondo l’Osservatorio Vega engineering: sono stati 38 i decessi al 31 dicembre (Pescara con 11 casi, Chieti con 10, L’Aquila con 9 e Teramo con 8 decessi), con un’incidenza maggiore del 25% rispetto alla media nazionale. Da gennaio 2020 a marzo 2022, ci sono state 4.655 denunce di infortuni COVID di cui 32 mortali, denunciano CGIL, CISL e UIL. La provincia più colpita è Chieti con 1.376 casi denunciati e il 29,5% di incidenza sul totale, seguita da Teramo con 1.251 casi e il 26,9% di incidenza, Pescara con 1.069 casi e il 23% di incidenza e L’Aquila con 959 casi e il 20,6% di incidenza. Il 77,3% delle denunce riguardano le donne e il 33,3 % gli uomini, mentre la fascia di età più colpita è quella tra i 35 e 64 anni, il 79,3 % dei casi totali.
La proposta. Il Comitato Regionale di coordinamento per la Salute e la Sicurezza sui Luoghi di Lavoro, presieduto dall’Assessore alla programmazione sanitaria, quante volte si è riunito ad oggi su questi temi? È necessario che assuma un ruolo attivo, per ridurre sia le morti sul lavoro, sia infortuni e malattie. Un obiettivo possibile promuovendo accordi aziendali e territoriali che orientino i comportamenti dei datori di lavoro e dei lavoratori, partendo dalla formazione sulla salute e sulla sicurezza e favorendo anche gli investimenti in macchinari e attrezzature sempre più sicure.
– LAVORO, FORMAZIONE, SVILUPPO. Il mercato del lavoro abruzzese presenta punti di debolezza: il problema principale è la difficoltà di inserimento per i giovani. La regione viaggia a doppia velocità, per le maggiori opportunità delle aree costiere, rispetto alle difficoltà sempre più marcate delle aree interne. L’altro tema, affrontato peraltro lo scorso anno con la presentazione di un’apposita iniziativa legislativa, è connesso al differenziale retributivo di genere che colpisce le lavoratrici abruzzesi e al significativo divario tra tasso di occupazione femminile e maschile. A completare il quadro gli ultimi dati del Ministero del Lavoro che attestano che il lavoro stabile in Abruzzo continua a mantenersi su valori contenuti rispetto a quelli pre-pandemia. Gli ultimi dati sull’occupazione vedono l’Abruzzo passare a un +1.9 per cento nel 2021, a fronte del -1,7 del 2019/2020, è tempo dunque di agire per far crescere opportunità e occupati, ma con contratti stabili. Non brilla la demografia delle imprese, che nel primo semestre 2021 mostra un tasso di natalità netto dello 0,7%, inferiore al dato dell’Italia (1,0%) e del Mezzogiorno (1,2%). Durante il 2020, uno dei dati maggiormente preoccupanti e quello legato alle imprese giovanili abruzzesi che sono diminuite del 3,3% (peggiore del-2,6% nazionale), a causa di un calo che ha coinvolto tutte le province (L’Aquila: -3,6%; Teramo: -3,2%; Chieti: -3,4%; Pescara: -2,9%).
La proposta. Lavoro stabile, occupazione, formazione, colmare il divario di genere e patto generazionale: per raggiungere tali obiettivi, ci sono tre disegni di legge del centrosinistra depositati in Consiglio Regionale e mai calendarizzati dalla Giunta Lenta. Chiediamo che le nostre proposte nate per affrontare i temi accennati trovino spazio in Aula per avviare l’esame e il confronto:
1) Disegno di legge in materia di politiche del lavoro, elaborata dal centrosinistra due anni fa, che intende introdurre nell’Ordinamento regionale interventi e misure per favorire l’occupazione, soprattutto dei giovani, con: percorsi formativi e di istruzione sia per l’accesso al lavoro che per l’acquisizione, l’adeguamento e la qualificazione delle competenze professionali, anche attraverso la definizione delle figure; sostegno all’inserimento dei giovani disoccupati e inattivi nel mondo del lavoro nonché interventi anche formativi finalizzati a favorire il ricambio generazionale e la trasmissione di impresa tra generazioni; interventi per favorire l’assunzione in Abruzzo di professionalità di elevata formazione; incentivi per all’occupazione e al lavoro stabile; progetti strategici di formazione e di sostegno alle nuove professioni; incentivi al reinserimento di lavoratori espulsi dal mercato del lavoro a causa di crisi o ristrutturazioni aziendali e sostegno straordinario al reddito delle famiglie; misure a favore della creazione d’impresa e dell’autoimpiego; sostegno alla creazione di nuove opportunità di lavoro attraverso il fondo per il Microcredito e misure di sostegno e consulenza all’autoimpiego; misure organizzative in materia di politiche attive per il lavoro; interventi di raccordo con le disposizioni europee e nazionali.
2) Disegno di legge sulla parità salariale a sostegno dell’occupazione femminile, giacente da mesi, che avrebbe fatto dell’Abruzzo un modello nazionale per colmare il differenziale retributivo di genere.
3) Disegno di Legge di riforma del Diritto allo Studio per incentivare l’erogazione di contributi e sostegni allo studio, prioritariamente destinate ai soggetti appartenenti a famiglie in condizioni svantaggiate, così come lo sviluppo di azioni di miglioramento della qualità dell’offerta di istruzione e formazione finalizzate al contrasto dell’abbandono scolastico.
– I DATI SULLE INFRASTRUTTURE E POLITICHE INDUSTRIALI. Accelerare l’iter funzionale alla realizzazione delle opere per il potenziamento ferroviario della Roma-Pescara, per accorciare le distanze tra l’Abruzzo e il Lazio. Avviare inoltre un canale di dialogo con il MIT, per trovare una rapida soluzione, definitiva, affinché i costi di manutenzione di questa infrastruttura viaria strategica A24/A25, che collega l’Abruzzo con Roma Capitale e con il resto del Paese, mediante l’Autostrada Adriatica (A14) da un lato e con l’Autostrada del Sole (A1) dall’altra, non gravino esclusivamente sulle spalle degli utenti e potenziare la rete stradale e infrastrutturale e di prossimità dell’Abruzzo interno.
La proposta. Occorre dare effettiva attuazione alla Zona Economica Speciale (ZES) per rendere appetibile e competitivo il nostro territorio nel panorama nazionale ed europeo, attraendo nuovi investitori. Il Masterplan è fermo. Manca inoltre un piano di azione industriale capace di favorire investimenti per il sistema produttivo qualificato e innovativo. Le misure previste nella Carta di Pescara (premialità nei Bandi e accelerazioni autorizzative per le aziende che aderiscono ai protocolli della Sostenibilità), azioni per incentivare la Ricerca e lo Sviluppo nell’ambito dell’economia circolare, l’infrastrutturazione e i servizi nelle aree industriali e artigianali (viabilità, depurazione, banda larga) valorizzando e non azzoppando il ruolo di ARAP, sostegni all’internazionalizzazione, Temporary manager da mettere a disposizione delle PMI: queste – e altre – sono le proposte per qualificare lo sviluppo industriale.
– I DATI SUL TESSUTO PRODUTTIVO. L’Abruzzo conosce una fase demografica decrescente più marcata di quella nazionale, con un alto indice di invecchiamento. Secondo i dati Istat da gennaio 2019 a gennaio 2022 ci sono 26.985 abitanti in meno, un calo del -2,12% contro il -1,41 d’Italia. Anche il PIL abruzzese è in decrescita, ha perso l’8,6%, più di quella del Mezzogiorno (-8,2%), con una netta caduta degli investimenti (-9,9%) peggiore di quella italiana (-9,1%) e meridionale (-8,5%), come evidenza l’ultimo rapporto CRESA Economia e Società in Abruzzo. Questi sono solo alcuni dei dati più allarmanti che segnano l’Abruzzo. Bisogna affrontare e risolvere le criticità sia sotto il profilo dimensionale che settoriale dell’impresa abruzzese, ma anche quella strutturale e creditizia. Significativa la frattura dimensionale delle imprese in Abruzzo, territorio caratterizzato dall’elevata polverizzazione del tessuto produttivo con tantissime imprese di piccole dimensioni e un gran numero di grandi e medie, tutte combattono contro produttività e difficoltà di innovazione.
La proposta. Occorre lavorare per ridurre l’eccessiva frammentazione e rafforzare il ruolo delle PMI per aumentare la competitività economica sui mercati. L’Abruzzo infatti risulta in 214a posizione nella classifica dell’indice di competitività regionale sulle 268 regioni europee, con un rapporto tra spese investite in ricerca e sviluppo sul PIL tra le più carenti in Italia e in Europa. Rilanciando e stimolando gli investimenti in ricerca e sviluppo, orientando al meglio le risorse provenienti dai fondi SIE europei, si potrà sostenere competitività, innovazione e produttività. Accanto a ciò, però, bisogna risolvere il problema di accesso al credito per le imprese, per cui si registrano rallentamenti soprattutto nel circuito banche-imprese minori per sostenere tale progetto di sviluppo, attraverso l’istituzione di un Fondo regionale per aumentare la liquidità delle imprese, con interventi diretti al finanziamento dell’attivo circolante e rafforzare il ruolo dei Confidi per l’accesso al credito delle imprese abruzzesi.
Altre azioni strategiche
Liberare 50 milioni di euro per la riduzione IRAP IRPEF. A decorrere dal 2022, la Regione Abruzzo non dovrà più sostenere i costi per il ripiano dei disavanzi della sanità abruzzese, giunti alla naturale scadenza. Nel 2021, infatti, sono state pagate le ultime rate del debito residuo delle cartolarizzazioni, per un totale di 41,21 mln di euro. Ciò significa che l’Ente regione potrà contare su un maggiore margine di manovra finanziario. Così come abbiamo proposto in occasione dell’approvazione della Legge di Stabilità e di Bilancio 2022, torniamo a chiedere con forza alla maggioranza di centrodestra di ridurre progressivamente le addizionali regionali IRAP e IRPEF nei confronti di imprese e lavoratori, attraverso le risorse legate alle minori spese da sostenere per il ripiano del disavanzo sanitario, cancellando sin da subito le maggiorazioni delle aliquote di questi due imposte direttamente connesse al il risanamento del sistema sanitario regionale.
Attingere a maggiori risorse dai fondi EU. Nonostante l’avanzamento di spesa avvenuto grazie alla flessibilità offerta dal Parlamento Europeo nell’impiego dei fondi strutturali e di investimento europei in risposta all’epidemia da Covid-19 – dai dati della RGS/MEF al 31.10.2021 – l’Abruzzo resta ancora indietro con 118,95 mln di euro da spendere sul FESR, 64,03 mln di euro sul FSE e 233,26 mln di euro sul FEASR, per un totale di 416,24 mln di euro ancora da spendere su un totale di risorse programmate di 893,48 mln di euro (ciclo 2014/2020). Accelerare inoltre la definizione del prossimo ciclo di programmazione 2021/2027 che, come il resto delle altre programmazioni è ancora ferma al palo, per poter contare su nuove e significative risorse per influenzare la crescita economica nella nostra regione e favorire l’occupazione.
Puntare su turismo e cultura, accelerando nell’immediato sull’attuazione alla L.R. 18 maggio 2021, n. 9, contenente misure per 10 milioni di euro rivolte a favore delle imprese della ristorazione e del settore turistico-alberghiero. È necessario avviare un piano straordinario post-pandemico, accompagnando gli Enti territoriali e le Associazioni di promozione turistica a cogliere le opportunità messe a disposizione dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), per rilanciare il turismo in Abruzzo sfruttando il proprio patrimonio ambientale, naturale, culturale e architettonico, costruendo un’offerta turistica e culturale di qualità, sostenibile e a tutela dell’ambiente e della sua biodiversità.