“I Livelli essenziali di assistenza della sanità decrescono dopo 10 anni di progressivo sviluppo, la gestione sanitaria del centrodestra riporta indietro l’Abruzzo, questo dicono gli ultimi dati sul monitoraggio dei Lea pubblicati dal Quotidiano di Sanità nei giorni scorsi.
Il trend dei servizi è costantemente in crescita fino al 2018 compreso, scende, invece, a partire dal 2019, una tendenza che risente della mancanza di governance e di scelte e che non è addebitabile al covid, ma a chi ha governato la Regione in questi due anni e mezzo”, così il capogruppo Pd in Consiglio regionale Silvio Paolucci
“Nei numeri c’è purtroppo la conferma di quanto stiamo lamentando da mesi: dopo 10 anni i Lea in questa regione scendono, un primato di cui c’è poco da andare fieri e altrettanto poco da stare tranquilli – rimarca l’ex assessore alla Sanità – Vero è che senza un programma, senza una governance, senza una programmazione dell’offerta delle prestazioni sanitarie sia sulla rete ospedaliera, sia su quella della prevenzione e territoriale, questi sono i risultati. Purtroppo ci aspettiamo che anche sul fronte della mobilità sanitaria passiva si manifestino gli effetti negativi di questo stato di cose e un trend che evidenzierà una migrazione molto consistente degli abruzzesi verso strutture fuori regione, perché anche in questo caso la programmazione è inesistente, esiste solo negli annunci del governo di centrodestra, ma non ha dato risposte alla domanda di cure espressa dalla comunità.
Eppure 18 mesi di pandemia dovrebbero aver insegnato quanto fosse indispensabile assicurare tutte le altre prestazioni no covid, in vista della fine dell’emergenza legata al virus. Ciò nella realtà non è accaduto e per tale ragione è urgente un cambio di passo a metà legislatura: ci appelliamo all’esecutivo perché corra ai ripari, non è pensabile di lasciare come riferimento della propria attività governativa gli atti di programmazione della giunta precedente. Bisogna recuperare il tempo perduto ed evitare di perderne altro, perché stiamo parlando della vita e del diritto alla salute di migliaia di abruzzesi”.