“Costituisce l’ennesimo grave schiaffo al nostro territorio e alle nostre popolazioni già duramente ferite dagli ormai noti eventi – dice il primo cittadino – Altrettanto grave risulta l’atteggiamento di chi, assieme all’INFN e alle istituzioni, non può ritenersi fuori dalla problematica, con la mancata risoluzione ad oggi della complessa vicenda della messa in sicurezza dell’acquifero del Gran Sasso. Chiusura che va, quindi, impedita e scongiurata.
È inaccettabile, infatti, che si continui a giocare sulla pelle dei cittadini, attraverso la mancata assunzione di responsabilità da parte dei soggetti coinvolti, non affrontando radicalmente il nodo della questione, la cui definitiva risoluzione -dopo decenni di colpevole inerzia da parte della politica e delle istituzioni – oggi non è più rinviabile”.
”E’ opportuno comunque ribadire che la soluzione non dovrà passare attraverso la inaccettabile proposta della realizzazione della terza canna. A tutte le istituzioni e a tutti gli altri soggetti pubblici e privati coinvolti, va rivolto l’ultimo e forte richiamo alla responsabilità. Una responsabilità che parte dalla consapevolezza che quella della messa in sicurezza definitiva della nostra acqua dovrà essere trattata come un’emergenza di carattere nazionale, da affrontare con immediatezza e con l’impiego di misure straordinarie. La stessa nomina di un Commissario Straordinario potrebbe avere un senso solo se accompagnata da una seria responsabilità istituzionale, dalla previsione di progetti sostenibili ed efficaci e soprattutto da risorse finanziarie ingenti, adeguate e immediatamente disponibili. Da non tralasciare, inoltre, la contestuale necessità di poter disporre di strutture di controllo tali da consentire alle comunità locali il monitoraggio continuo sui lavori di volta in volta eseguiti. Se così non fosse, sarebbe solamente un ripercorrere una storia già vista del cui fallimento ancora oggi, come e più di ieri, stiamo pagando le conseguenze”.
”E su questa linea noi sindaci – conclude – continueremo a far sentire tutti insieme, con tutti gli strumenti disponibili, la voce dei nostri territori offesi, già mettendo in atto le procedure necessarie per un incontro con il competente Ministero dell’Ambiente e dei Trasporti”.
La nota del Pd di Teramo. Che l’acqua sia un bene essenziale e primario dell’umanità, ben lo sanno i cittadini della provincia di Teramo, la cui Procura della Repubblica ha rinviato a giudizio, al termine delle indagini, i vertici dell’Istituto di Fisica Nucleare, Ruzzo Reti e Strada dei Parchi, per le ipotesi di reato di “inquinamento ambientale” e “getto pericoloso di cose”, avvenute attraverso sversamenti di materiale pericoloso verificatesi nel corso degli ultimi anni.
A seguito di ciò nei giorni scorsi il concessionario delle autostrade A24 e 25, Strada dei Parchi, con una lettera che è stata indirizzata alla presidenza del Consiglio dei Ministri, al ministro delle Infrastrutture Toninelli, al ministro dell’Ambiente Costa, ai prefetti dell’Aquila e Teramo, alla Regione Abruzzo, all’Ispra, all’Anas e all’Infn e a tutti i soggetti interessati, ha reso noto che per evitare di incorrere in ulteriori contestazioni correlate “a presunti pericoli di inquinamento delle acque di superficie”, sarà costretta a partire dal 19 maggio p.v., suo malgrado, a interdire il traffico nelle gallerie del Gran Sasso di A24, in entrambe le direzioni di marcia”, ribadendo peraltro la propria estraneità rispetto alle ipotesi di reato contestato.
Fermo restando che ovviamente vige nel nostro ordinamento la presunzione di innocenza e che magari sia assolutamente corretto quanto asserito da Strada dei Parchi in merito alla estraneità dei propri vertici circa le vicende contestate, appare però inaccettabile che la risoluzione delle problematiche inerenti gli sversamenti di sostanze pericolose sotto il traforo ed i relativi costi per i lavori di messa in sicurezza, possano passare per l’interdizione al traffico nelle gallerie del Gran Sasso della A24, in entrambe le direzioni di marcia, a tempo indeterminato, così come preannunciato dal concessionario delle tratte autostradali abruzzesi. Questa ipotesi costituirebbe un grave colpo all’economia regionale e arrecherebbe soltanto notevolissimi disagi ai cittadini non solo abruzzesi, a quelli che dal versante medio adriatico che utilizzano la A24 per raggiungere Roma e il versante Tirrenico, condannando il nostro territorio ad un isolamento ulteriore che, combinato con gli effetti dei due sisma succedutisi, aggiungerebbe un danno davvero insostenibile.
Non è possibile che a pagare l’ulteriore scotto di questa vicenda, che ha già visto toccati i cittadini della provincia di Teramo sotto il profilo della salute, siano proprio questi ultimi. Non è accettabile che Strada dei Parchi, cui pure gli interventi di messa in sicurezza individuati dalla Regione Abruzzo saranno “estranei al rapporto concessorio relativo alla gestione delle autostrade A24, come riconosciuto dallo stesso ministero delle Infrastrutture e Trasporti”, risponda in questa maniera che suona un tantino di “ripicca” nei confronti di una richiesta di rinvio a giudizio non condivisa dalla Società, che evidentemente si sente ingiustamente tirata in ballo. Si tratta di un atteggiamento inappropriato e non giustificato da nessuna motivazione tecnica e/o di salute pubblica. Occorre invece, come già richiesto dall’On.le Pezzopane, la nomina di un commissario per la messa in sicurezza delle acque e la destinazione di precise risorse per gli interventi necessari a questo scopo”, per “superare superficialità con cui il governo ha seguito finora questa vicenda”. Occorre una immediata mobilitazione di tutte le forze politiche, sociali, imprenditoriali e sindacali abruzzesi, a partire dalla Regione Abruzzo e dal Presidente Marsilio, per richiamare il Governo, l’INFN, e tutti gli altri soggetti interessati, ai propri compiti ed alle proprie responsabilità: ossia rendere l’acqua del Gran Sasso
sicura attraverso la messa in sicurezza delle falde acquifere, per consentirne la piena potabilità e l’utilizzo sicuro da parte della popolazione.
Non è certo con la chiusura dell’autostrada più cara (in termini di pedaggi) che questo potrà avvenire e, tanto meno, non è con questo sistema che Strada dei Parchi potrà dimostrare la sua estraneità alle accuse giudiziarie mossele. Il PD teramano, nell’opporsi con forza a questa decisione incomprensibile e pericolosa, rivolge un appello a Strada dei Parchi perché receda dal proposito annunciato ed alla politica abruzzese tutta, ed in primo luogo alla Regione Abruzzo ed al governatore Marsilio, affinché sia scongiurata la preannunciata chiusura -che peraltro costituirebbe interruzione di servizio pubblico e inadempimento agli obblighi concessori da parte del concessionario, anche in considerazione del fatto che la A24 e la A25 rappresentano arterie strategiche per la protezione civile in caso di sisma o altre calamità e che quindi la chiusura del traforo rappresenterebbe una limitazione di transito dei mezzi su un’arteria strategica che, per sua natura, dovrebbe rimanere costantemente fruibile, fruibilità di cui il concessionario è garante- e siano svolte azioni di sollecitazione al Governo e a tutti i soggetti pubblici preposti, perché si proceda senza indugio alla messa in sicurezza delle falde acquifere del Gran Sasso, evitando ogni ipotesi di chiusura che non sia strettamente connessa con esigenze tecniche volte alla suddetta messa in sicurezza.