Bilancio della Regione, artigianato e micro impresa dimenticati. L’appello

In linea con le scelte degli anni passati, il Consiglio Regionale ha deciso di non inserire alcuna risorsa a favore dell’artigianato, e delle attività produttive in generale, anche per il prossimo esercizio finanziario, approvato nelle scorse ore.

 

L’assenza di risorse specifiche destinate al settore ed alle principali iniziative di sostegno (trasmissione d’impresa, bottega-scuola, innovazione, internazionalizzazione, solo per citare alcune voci tra le più significative) mette assieme da undici anni, in un abbraccio tutt’altro che virtuoso, governi e maggioranza di centro-destra e centro-sinistra. D’altra parte, l’evocato ricorso a misure di sostegno alternative, come i bandi comunitari, cozza e stride con la proverbiale lentezza, inefficienza e inefficacia della Regione, agli ultimi posti in Italia quanto a capacità di spesa, ai vertici invece quanto a lunghezza dei tempi per il disbrigo delle pratiche.

 

Eppure, i dati relativi alla crisi che investe il mondo dell’artigianato e della piccola impresa, architrave del nostro sistema produttivo con circa 30mila imprese su 126mila attive e 70mila addetti, sono sotto gli occhi di tutti, sol che li si voglia guardare per davvero: con la nostra regione agli ultimi posti in assoluto nel rapporto tra nuove imprese e cancellazioni. “Chiederemo un incontro urgente al presidente Marsilio, all’assessore alle attività produttive Febbo, a tutti i capigruppo consiliari di maggioranza e minoranza, per spiegare le nostre ragioni, ma soprattutto per conoscere quali siano le determinazioni della Regione Abruzzo per il rilancio dell’artigianato”.

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