L’Aquila. Sono oltre 53.000 gli abruzzesi affetti da psoriasi che in un terzo dei casi evolve e diventa di grado severo. Chi ne è affetto, però, spesso non ne conosce i sintomi e non si reca tempestivamente dallo specialista, con conseguente ritardo nella diagnosi e nell’inizio del percorso terapeutico che potrebbe rallentare l’evoluzione della malattia.
Per informare e sensibilizzare i cittadini, far luce sulle varie forme di psoriasi e sulle terapie, il 28 ottobre prossimo, in occasione della Giornata Mondiale della Psoriasi, si svolgeranno consulenze e visite gratuite a L’Aquila, al Dipartimento di Dermatologia dell’Ospedale San Salvatore, dalle 9 alle 13. Nello stesso giorno, nel Reparto di Dermatologia del “G. Bernabeo” di Ortona, la Clinica Dermatologica organizzerà una giornata di sensibilizzazione e consulenze gratuite dalle 8 alle 12.
Le visite vanno prenotate nei giorni precedenti chiamando il n. 0859172421. Gli specialisti saranno a disposizione del pubblico e risponderanno alle domande di chi vorrà sapere di più sulla malattia, che non è di un solo tipo.
“Il malato di psoriasi spesso si fa prendere dallo sconforto perché non riesce a vedere alcuna via d’uscita – spiega il professor Paolo Amerio, direttore della Clinica Dermatologica di Chieti-Ortona dell’Ospedale Bernabeo – Per cui, come dimostrano i dati, si reca sempre meno dallo specialista, aggravando notevolmente la sua situazione e precludendosi la possibilità di venire a conoscenza delle nuove terapie. Per questo il supporto psicologico ha un ruolo fondamentale nella cura del paziente psoriasico, perché serve a far sì che questi non si arrenda e non cada in depressione, come succede nella maggior parte dei casi, abbandonando le terapie. Il messaggio che dobbiamo costantemente far arrivare ai pazienti è: aiutateci a curarvi. Oggi abbiamo a disposizione farmaci che possono migliorare
moltissimo le forme gravi di psoriasi”.
Per Mara Maccarone, presidente di Adipso, “il risultato è che 8 pazienti su 10 sono delusi dalle cure e quasi 9 su 10 le abbandonano, cadendo in depressione nell’80% dei casi. Sono dati certificati da interviste svolte durante la giornata mondiale dello scorso anno a oltre 5.000 pazienti. Un’ulteriore conferma viene dal costante calo di presenze nei centri italiani: in pochi anni siamo scesi da 12mila a 6mila. Per questo è fondamentale creare un’inversione di tendenza facendo tanta informazione”