E’ stato presentato questa mattina nella sala Fabiani dell’Emiciclo il Rapporto sullo stato della legislazione per l’anno 2016.
All’incontro hanno preso parte il Presidente del Consiglio regionale Giuseppe Di Pangrazio, il Presidente della Regione Abruzzo Luciano D’Alfonso, i componenti dell’Ufficio di Presidenza Lucrezio Paolini e Giorgio D’Ignazio e il Presidente del Collegio per le garanzie statutarie Giampiero Di Plinio. Quest’anno il rapporto contiene nella prima parte come riferimento la produzione normativa realizzata nell’anno 2016 e nella seconda parte quella relativa ai primi due anni e mezzo della X legislatura nella quale sono stati messi a confronto i dati relativi alla legislazione del secondo semestre dell’anno 2014 e degli anni 2015 e 2016, in modo da tracciare un primo bilancio di legislatura.
“Questo rapporto – spiega il Presidente Di Pangrazio – segna un punto di analisi dal 1973 ad oggi e consente di fare attente riflessioni sulla qualità e quantità della legislazione regionale. Bisognerà lavorare in particolare – sottolinea Di Pangrazio – sulla razionalizzazione della normativa, con l’attivazione di testi unici e sul taglio delle leggi inefficaci o obsolete”. Seguendo la successione delle principali fasi in cui si articola il procedimento legislativo regionale, partendo dai progetti di legge, il rapporto analizza i dati relativi all’esercizio dell’iniziativa legislativa passando successivamente a quelli relativi alle leggi regionali approvate nel corso dell’anno 2016 nonché nel corso dei primi trenta mesi della decima legislatura. Nello specifico, nel periodo che va dal secondo semestre del 2014 fino all’anno 2016, sono stati presentati 350 progetti di legge di cui 57 nel 2014, 141 nel 2015 e 152 nel 2016. L’iniziativa legislativa nell’anno 2014 è così suddivisa per soggetto proponente: 48 leggi di iniziativa consiliare, 8 della giunta regionale, 1 del Cal (Consiglio Autonomie Locali).
Nel 2015 i progetti di iniziativa consiliare sono 123, 16 della giunta regionale, 1 del Cal, 1 da parte di Enti Locali. Nel 2016 sono state 136 le iniziative di proposte di legge consiliare e 16 quelle della giunta regionale. Dei 350 progetti di legge presentati ben 104 sono divenuti legge: 18 (secondo semestre 2014), 42 (anno 2015) e 44 (anno 2016). Anche nel caso delle leggi approvate (104) nel triennio 2014-2016 il riferimento come iniziativa legislativa rimane fortemente ancorato a quella consiliare (85 leggi pari al 81,73 per cento), mentre sono 17 le leggi approvate di iniziativa della giunta regionale (pari al 16,35 per cento) e due di iniziativa “mista” (pari al 1,92 per cento). Tra i macro settori di interesse per l’intervento legislativo vi sono: Territorio,ambiente ed infrastrutture (29 leggi, pari al 27,88%), Servizi alle persone e alla comunità (26 leggi pari a 25%), Ordinamento Istituzionale (18 leggi pari al 17,31%), Sviluppo Economico ed attività produttive (16 leggi pari al 15,38%), Finanza regionale (11 leggi pari al 10,58%), Multisettore (4 leggi pari al 3,85%). Per quanto riguarda la tipologia di normazione delle leggi: 54 sono state “Leggi di settore” pari al 51,92%, 42 sono state “Leggi di manutenzione normativa” pari al 40,39%, 6 sono state “Leggi di bilancio” pari al 5,77%, 1 legge si può ricondurre al settore delle “Leggi provvedimento” pari al 0,96% ed 1 legge al settore delle “Leggi intersettoriali” pari al 0,96%. Per quanto attiene le “Leggi di Riordino” sono state 5 nel 2014, 9 nel 2015 e 2 nel 2016, mentre le “Leggi abrogate” sono state 11 nel 2014, 9 nel 2015 e 7 nel 2016.
Le leggi impugnate dal Governo sono state (dal secondo semestre 2014 fino all’anno 2016) in totale 12 pari al 11,54 per cento, mentre le leggi non impugnate sono state (nello stesso periodo di riferimento) 92 pari al 88,46 per cento. Il Presidente Di Pangrazio, nell’illustrare il Rapporto ha posto l’accento, infine, sul delicato rapporto tra assemblea legislativa ed esecutivo regionale. “La futura azione legislativa del Consiglio regionale – ha spiegato Di Pangrazio – deve anche tenere in conto la possibilità di revisionare alcuni processi oggi in capo all’Assemblea. Ad esempio – si chiede – la definizione dei regolamenti potrebbe essere trasferita all’esecutivo? Altro tema caldo, che porrà delle sfide anche in campo legislativo nel futuro prossimo, sarà quello delle spinte autonomiste che giungono dall’Europa, ma anche da alcune regioni italiane. L’Abruzzo, grazie ad un’opera costante di monitoraggio normativo e di analisi, sarà certo preparata ad affrontare e risolvere questi interrogativi con competenza, ponendo sempre maggiore attenzione alla rispondenza tra leggi prodotte e ricaduta reale sui cittadini.
Leandro Bracco. 136 progetti di legge presentati dai 31 Consiglieri all’Emiciclo nel 2016 sono un ottimo biglietto da visita riguardo l’attività legislativa di cui l’assise regionale si è resa protagonista. Non posso però esimermi dal ricordare che 44 di quelle 136 proposte normative targate 2016 e cioè il 32% del totale hanno visto come primo firmatario il sottoscritto. Evidenziare tale circostanza è un mio preciso dovere istituzionale”. E’ questo uno stralcio della nota che il Consigliere Leandro Bracco ha diramato nella giornata di oggi a conclusione della conferenza stampa in cui, fra gli altri, il Presidente Di Pangrazio e uno dei suoi due vice Paolini hanno presentato il rapporto sullo stato della legislazione regionale per quanto riguarda la decima consiliatura. “Ringrazio Di Pangrazio e le persone che con lui hanno preso parte stamane alla presentazione riguardo il lavoro svolto dal Consiglio regionale sin da quando la legislatura ha preso avvio il 30 giugno 2014 – commenta l’esponente di Sinistra Italiana – La collettività ha infatti il diritto di conoscere nel dettaglio tutti i provvedimenti che nel corso di quasi tre anni e mezzo di legislatura sono stati presentati, approvati e bocciati da tutti e 31 i Consiglieri regionali. Per quanto riguarda nello specifico la mia attività di legislatore regionale – prosegue Bracco – nel 2016 su quasi 1/3 dell’intera produzione di proposte di legge è apposta la mia prima firma mentre da gennaio 2017 a oggi ho protocollato, sempre come primo firmatario, 32 progetti normativi su un totale di 73 di iniziativa consiliare e cioè il 44%. E la stragrande maggioranza di questi concerne il sociale”. “Cito questi dati non per gonfiarmi il petto, bensì per fornire alla cittadinanza abruzzese numeri precisi che attengono alla mia attività di legislatore. I numeri di cui sopra – rileva Bracco – portano però con sè un doppio rammarico, ma anche una fondata speranza. Le due amarezze riguardano ciò che avviene nelle Commissioni competenti quando si discutono mie proposte di legge. In non poche occasioni infatti o molti colleghi si assentano di proposito per far sì che il numero legale manchi oppure ci si aggrappa a presunte criticità di carattere tecnico per chiedere il rinvio del progetto normativo e quindi rimandare tutto sine die. L’abc di una democrazia matura vorrebbe che i vari progetti di legge venissero vagliati e giudicati in maniera asettica senza prestare attenzione al nome e cognome del proponente e soprattutto al fatto se tale proponente sia componente di maggioranza o minoranza. Nel mio piccolo – sottolinea Bracco – ho sempre ragionato studiando nel merito le proposte e decidendo se alla fine queste proposte giovassero oppure no alla collettività. Mi sono quindi trovato, a differenza d’altri, a votare favorevolmente norme proposte dal PD, da Forza Italia e anche dal M5s. E vado orgoglioso delle decisioni assunte. Altri colleghi Consiglieri possono dire la stessa cosa?”. “La speranza che a mio parere assumerà i tratti della concretezza sin da quando, nell’estate 2019, inizierà l’undicesima consiliatura – afferma Bracco – sarà che moltissime delle mie proposte normative verranno ripresentate dai Consiglieri regionali di maggioranza che verranno e, finalmente, diventeranno legge della Regione Abruzzo e dunque saranno veicolo di atti positivi e tangibili riguardo le esigenze e i bisogni della collettività. Mi importa ben poco infatti che per motivi quasi esclusivamente di carattere politico i miei progetti non vedano la luce dell’approvazione. Al di là infatti del ‘teatrino’ che purtroppo contraddistingue anche buona parte della politica abruzzese, il fatto di avere gettato semi in un terreno fertile – conclude Leandro Bracco – mi fa essere estremamente fiducioso che prima o poi quei semi germoglieranno”.