Il 6 giugno ci sarà il primo sciopero della benzina, indetto dall’Automobile Club d’Italia per lanciare un forte segnale di protesta contro i continui aumenti fiscali che gravano sui carburanti e più in generale sull’auto. Un’iniziativa alla quale hanno già aderito l’Aci teramana e pescarese, che chiamano a raccolta gli automobilisti per dire basta ai continui rincari, divenuti ormai insostenibili.
“Gli automobilisti non faranno rifornimento il 6 giugno” hanno dichiarato Vincenzo Di Gialluca e Giampiero Sartorelli, rispettivamente presidente dell’Aci Teramo e Pescara “per dire coralmente basta agli aumenti dei prezzi alla pompa, saliti di oltre il 20% in un anno. Il problema sta nelle troppe accise, che continuano a rappresentare la forma di tassazione preferita dallo Stato perché immediata, ineludibile e senza costi gestionali per l’Erario”.
L’Aci sottolinea l’insostenibilità economica e sociale dell’attuale pressione fiscale sui veicoli che ha scatenato una raffica di aumenti: una famiglia spenderà per l’auto nel 2012 1.680 euro in carburante, ai quali vanno aggiunti 715 euro per l’assicurazione, 270 euro per la manutenzione, 220 euro per parcheggi e garage, 190 euro per pedaggi, 120 euro per le multe e un insieme di altri costi per un totale complessivo di oltre 3.500 euro a fronte dei 3.278 euro del 2011.
“La nostra iniziativa non è un muro contro muro” spiegano Di Gialluca e Sartorelli “perché il dialogo è più importante della protesta per far comprendere al Governo la conseguenza delle scelte compiute sull’auto che stanno mettendo in ginocchio un settore strategico per il Paese”.