“Il partito del Pdl è a fianco del presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi che, grazie a una gestione amministrativa illuminata e virtuosa, ha fatto sì che l’Abruzzo, da regione commissariata per la gravissima situazione sanitaria, diventasse una regione modello”.
E’ quanto dichiara il segretario politico nazionale del Pdl, Angelino Alfano, che aggiunge: “l’Abruzzo ha pareggiato i conti della sanità, non ha aumentato le tasse e ha abbattuto di una percentuale considerevole il suo debito pubblico, dimostrando così che è possibile risanare senza tagliare i servizi, ma razionalizzando energie e risorse secondo una scala di priorità orientata al bene dei cittadini. Con i fatti e con il raggiungimento di ambiziosi e importanti risultati, raggiunti in un contesto reso ancora più difficile dal terremoto di L’Aquila del 2009, per il quale è stato profuso un forte impegno da parte delle istituzioni nazionali e locali, il presidente Chiodi ha consolidato la sua leadership e oggi è alla guida di una regione che è un esempio reale di buona amministrazione”.
Dichiarazioni, queste, che scatenano l’ironia di Daniele Toto, coordinatore Fli Abruzzo. “Fa bene il Pdl a stare a fianco del presidente Chiodi, ne ha bisogno. Intanto, per fargli sentire qualcuno che lo elogia gratificando il suo senso autoreferenziale particolarmente spiccato, e poi per consolarlo per le critiche e i rilievi che da più parti, specie dall’opinione pubblica si levano verso il suo operato. Va anche aggiunto che Alfano deve essere stato molto male informato quando descrive come illuminata e virtuosa la gestione di Chiodi. Non si può neppure dire, in proposito ‘chi si accontenta gode’: saranno infatti gli elettori a escludere qualunque godimento per le gesta di Chiodi presidente della Regione. Dire che abbia pareggiato i conti della sanità senza aumentare le tasse quando invece ha aumentato persino le accise sui carburanti a questo scopo, o sostenere che non abbia tagliato i servizi quando si registrano continuamente chiusure di presidi e reparti, per non dire dell’esplosione della mobilità passiva, significa parlare di Macondo non dell’Abruzzo. Lasciamo perdere, poi, la ricostruzione dell’Aquila e la sua gestione commissariale affidata a Chiodi. Le cronache di ogni tipo narrano di un fallimento malinconico e penalizzante per il capoluogo abruzzese che avrebbe meritato ben altra attenzione”.