Abruzzo, Di Stefano su chiusura tribunali: ‘Centrosinistra non resti immobile’

Pescara. “Il governo regionale e i parlamentari abruzzesi di centrosinistra, a parte tenere incontri, non hanno fatto nulla contro la chiusura dei tribunali minori, nonostante la regione non sia mai stata così rappresentata nel settore, in virtù dei ruoli ricoperti dal sottosegretario alla Giustizia Federica Chiavaroli e dal vice presidente del Csm Giovanni Legnini”.

Così il parlamentare di Forza Italia Fabrizio Di Stefano attacca il centrosinistra abruzzese sulla chiusura dei cosiddetti tribunali minori, che a Lanciano, Vasto, Sulmona  e Avezzano rischiano di essere soppressi in virtù del decreto Monti del 2012. In seguito, nel 2014, è intervenuta una proroga che fissa la data di chiusura dei tribunali al 2018.

“Dopo due anni di immobilismo – prosegue Di Stefano – il presidente della giunta regionale D’Alfonso e il presidente del Consiglio regionale Di Pangrazio, si sono accorti del problema della chiusura e hanno organizzato un incontro. Chiavaroli ha detto che è un problema da affrontare a livello parlamentare – rimarca il deputato di Forza Italia – ma con il centrosinistra abruzzese ai massimi vertici in materia di Giustizia, non dovrebbe neanche rendersi necessario coinvolgere tutto il Parlamento per adottare un provvedimento al riguardo”.

Poi, Di Stefano invita a rispolverare l’emendamento al decreto Monti che lui stesso presentò anni addietro, nel tentativo di salvare i tribunali minori abruzzesi.

“Il decreto Monti concede delle deroghe, agli enti locali e alla Regione, che possono salvare i tribunali destinati alla soppressione facendosi carico dei costi di locazione e manutenzione degli immobili, e dei costi del personale. Poiché i dipendenti dei tribunali soppressi non andranno a casa, ma resteranno a carico del ministero – sottolinea il parlamentare di centrodestra – io proposi di stralciare la voce riguardante il personale, che rappresenta il capitolo più oneroso, lasciando inalterate le voci relative ai costi di locazione e manutenzione”.

L’emendamento presentato da Di Stefano venne bocciato. “Fu approvato nel conseguente Ordine del giorno, che tuttavia rappresenta un’enunciazione politica e non un atto legislativo – spiega il deputato -. Ad ogni modo basterebbe riprendere quell’emendamento e riproporlo in qualunque altra norma attinente, a partire dal ‘milleproroghe’, per consentire ai tribunali abruzzesi di sopravvivere”.

Infine un invito ai parlamentari del centrosinistra e al presidente della Regione.

“Noi la nostra parte l’abbiamo fatta – conclude Di Stefano -. Stare al governo non vuole dire soltanto andare in giro con le auto blu, dunque il centrosinistra si assuma le sue responsabilità in parlamento e D’Alfonso, che è stato tanto attivo nella campagna per il Sì al referendum, si impegni allo stesso modo per portare il problema sul tavolo del ministro Orlando, finora impermeabile ad ogni ipotesi di riapertura della partita”.

LA REPLICA DI BALDUCCI

‘Non è mai venuto meno l’impegno della Regione per la salvaguardia dei tribunali di Lanciano, Vasto, Sulmona e Avezzano, e lo testimonia il fatto che i due Presidenti – D’Alfonso e Di Pangrazio – hanno recentemente promosso un incontro sul tema con tutti i parlamentari abruzzesi.

Tra gli assenti c’era proprio l’on. Di Stefano, che in queste occasioni farebbe bene a partecipare per rendersi conto di questioni che riguardano tutte le forze politiche, in quanto relative ad aree della regione sulle quali non si può fare demagogia.

Tutti i parlamentari presenti hanno condiviso le informazioni, l’analisi e gli step da percorrere: proroga dell’apertura dei quattro tribunali oltre il settembre 2018 e utilizzo del tempo rimasto per creare un gruppo di lavoro che richiami i criteri espressi nella legge delega n. 148 del 2011, poiché devono emergere le peculiarità delle aree vaste e i parametri riportati nel provvedimento.

Le istituzioni devono far ragionare questo gruppo di lavoro, facendo in modo che esso operi lontano da campanilismi e da quella demagogia cui qualcuno sembra ispirarsi per rabbia o per presenzialismo mediatico. Sia chiaro un concetto: nessun territorio deve restare privo di servizi, anzi le città-territorio vanno valorizzate con eventuali compensazioni’, replica il vicecapogruppo del PD in Consiglio regionale Alberto Balducci.

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