Petrolio Abruzzo, “trivelle autorizzate” nel tratto di mare antistante a Pescara, Montesilvano e Francavilla

petrolio_pescara_montesilvano_francavillaUna nuova concessione petrolifera per trivellare i mari d’Abruzzo sta per iniziare il suo  iter burocratico. Si tratta della d507 e della fascia costiera antistante Pescara, Montesilvano e Francavilla. Lo scorso 28 Febbraio 2011 infatti, il Ministero dell’Ambiente ha autorizzato la ditta irlandese Petroceltic a presentare la sua valutazione di impatto ambientale presso gli uffici ministeriali. Lo annuncia nel suo blog Maria Rita D’Orsogna, docente al Dipartimento di Matematica della California State University.

La concessione dovrebbe essere di quasi 500 chilometri quadrati e giace a circa 12 chilometri dalla riva pescarese. Le prime richieste per questa nuova istanza furono presentate al ministero circa un anno fa, esattamente il 9 Marzo 2010 e poi pubblicato sul Bollettino Ufficiale della ricerca degli Idrocarburi e della Geotermia dopo soli tre giorni, in data 12 Marzo 2010.
“Nessuno ha avvisato la popolazione – tuona Maria Rita D’Orsogna –  Nel BUIG del 2010 si dice che “l’istanza interferisce con area sensibile per 0.52 chilometri quadrati” ma non si spiega quale sia questa area sensibile. Non ci sono per ora altri documenti ufficiali in merito. Come sempre, i cittadini sono gli ultimi a venire a conoscenza di cosa accadrà al loro mare. Chiediamo al presidente della provincia di Pescara, Guerino Testa di attivarsi presso il Ministero dell’Ambiente e delle Attività Produttive per richiedere al più presto maggiori informazioni e una ferma azione di contrarietà a questo progetto. Chiediamo altresì che tutte le istituzioni regionali si facciano interpreti della volontà di popolo contro la petrolizzazione dei nostri mari, da Vasto fino a Teramo, e che Gianni Chiodi abbia finalmente il coraggio di difendere il suo elettorato e non restare passivamente a guardare, come già fatto troppe volte in passato. In questi giorni, Nichi Vendola in Puglia ha avuto forti parole di condanna per la concessione d505, in cui si autorizzava l’uso della pericolosa tecnica dell’air gun per esplorare al largo di Vasto e delle isole Tremiti. Chiediamo che Gianni Chiodi metta da parte le sue paure e le sue ideologie e faccia lo stesso. La salute dei nostri mari e della nostra gente – conclude D’Orsogna – non ha colore politico e ci riguarda tutti, da presidenti di regione e province fino all’ultimo dei cittadini”.

 

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