Cinghiali in Abruzzo, Federcaccia replica al WWF: ‘solo populismo ambientalista’

Teramo. “Stupiscono le dichiarazioni del delegato abruzzese del Wwf, Luciano Di Tizio, in merito alla gestione dei cinghiali sul territorio regionale. In una nota abbiamo letto dichiarazioni che hanno il sapore del populismo ambientalista, populismo che tante associazioni ambientaliste e agricole, in questi ultimi tempi, hanno scelto di abbandonare in nome di una collaborazione fattiva e proficua che, come evidenziato anche dalla Regione Abruzzo, ha cominciato a dare risultati concreti e positivi”.

Lo ha dichiarato il presidente regionale di Federcaccia, Ermanno Morelli, precisando che “i cacciatori, e il passato di giornalista di Di Tizio dovrebbe dargli certezza, sono una categoria più che una lobby. Poi se lui preferisce chiamarla lobby lo fa nella consapevolezza che ogni categoria punta a salvaguardare i propri diritti che, in questo caso, vengono concordati anche con altre due ‘lobby’, agricoltori e ambientalisti, nel’interesse dell’intera società. Nel suo intervento Di Tizio fa affermazioni tecniche che sono errate, segno evidente di scarsa competenza in merito: quando afferma che i cinghiali hanno una mobilità di un paio di chilometri di raggio, ignora che questi animali per necessità in una sola notte ricoprono decine di chilometri. E la presenza degli ungulati in centri di pianura o addirittura sulla spiaggia come avvenuto nei giorni scorsi ne sono la riprova. Inoltre ciò che lui chiama zone di ripopolamento e cattura ed altro, è integrato all’interno del Piano faunistico regionale, unico documento che ha potere di decidere l’assetto territoriale e la gestione della fauna, che è in vigore dal 1994. Negli Anni 50 (autori Pedrotti e Toso) non c’erano immissioni nella nostra regione. I cinghiali in Abruzzo hanno cominciato a diffondersi negli Anni 80/90 a partire dall’allora Pna. Visto che ci considera una lobby saremmo ben lieti se ci fosse anche quella che Di Tizio chiama la Santa Alleanza con la Regione Abruzzo. Invece, soprattutto negli anni passati, i motivi di scontro sono stati diversi. Solo ora si sta portando avanti un confronto costruttivo a 360 gradi con associazioni di agricoltori e ambientaliste a cui la Regione sta cominciando a prestare ascolto, seppure ancora non si sblocca la modifica del Regolamento regionale del prelievo degli ungulati. Basterebbe questo per capire che tutta questa alleanza non è poi così ‘santa’”.

Per il presidente di Federcaccia “non è colpa nostra se l’Ufficio Caccia della Regione Abruzzo non ha fornito i dati ufficiali degli abbattimenti della fauna. Se Di Tizio vuole dati certi può rivolgersi agli uffici della Regione che, in tempo utile, hanno ricevuto i suddetti dati, nel corso degli anni, da parte degli Ambiti Territoriali di Caccia. Il Delegato regionale Di Tizio dovrebbe essere a conoscenza di tutto quello che si sta facendo nei piani di controllo dei cinghiali, sotto la direttiva delle Province, in quanto negli Ambiti Territoriali di Caccia, che in Abruzzo undici, sono presenti, oltre a rappresentanti delle associazioni venatorie, delle associazioni agricole, anche esponenti del Wwf che, forse, si sono scordati di riferire a lui tutto quello che è stato concordato e portato avanti. Tralasciamo commenti sulle dichiarazioni inerenti la presunta volontà di cacciare all’interno dei territori dei Parchi perché anche i bambini sanno che esiste una legge nazionale in tal senso. Concludiamo con l’invito al delegato del Wwf, Luciano Di Tizio, a illustrarci dove e come, in altre regioni, si sia riusciti a risolvere i danni dell’agricolture perché a noi risulta che l’Abruzzo come altre regioni, sia riuscito a ridurre i danni, ma nessuno, al momento avrebbe risolto la questione”, conclude Morelli.

 

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