Abruzzo. “L’audizione di oggi del presidente della Regione Abruzzo Giovanni Chiodi conferma la preoccupazione della Commissione per lo stato in cui versa il servizio sanitario regionale. Il presidente ha confermato quanto detto in precedenza dal subcommissario Giovanna Baraldi: si tratta di un sistema illegale, iniquo, ingiusto e colluso, che oppone forte resistenza al cambiamento.
Proprio per questo ho deciso di inviare i tre verbali delle sedute riguardanti la regione Abruzzo alla procura competente”. Cosi’ Ignazio Marino, presidente della Commissione d’inchiesta sul Servizio Sanitario Nazionale, al termine dell’audizione del presidente Giovanni Chiodi inquadrata non soltanto nell’ambito dell’inchiesta sulla salute mentale, ma anche nel filone dedicato alla corruzione nel Servizio Sanitario Nazionale. “In questa audizione – spiega Marino – il presidente Chiodi ha chiarito la sua preoccupazione per i meccanismi di controllo della trasparenza e dell’efficacia della sanità: per questa ragione i nuclei di valutazione verranno accompagnati dai Nas nelle verifiche sul territorio. La Commissione e’ preoccupata anche per i fondi che, secondo quanto ha affermato oggi il presidente Chiodi, dal 2004 al 2007 sono stati dirottati dal fondo sanitario nazionale alla copertura del bilancio regionale: si tratterebbe di 528 milioni di euro sottratti alla salute dei cittadini”.
Il commento del senatore Mascitelli (IdV). “L’invio dei verbali dell’audizione di Chiodi alla procura competente è una scelta purtroppo incompleta. Rispetto la decisione del Presidente Marino ma la trovo prematura, debole e fuorviante: prematura perché riduce il ruolo di una commissione parlamentare di inchiesta a una semplice funzione di passacarte, debole perché se la decisione fosse stata votata avrebbe avuto più autorevolezza e credibilità e soprattutto fuorviante perché non aiuta a risolvere il peccato d’origine della sanità abruzzese: la cappa di collusioni, clientelismi e interessi trasversali che tutt’ora vivono sulla pelle dei pazienti e sulle tante professionalità degli operatori sanitari”. Lo ha dichiarato il senatore dell’Idv, Alfonso Mascitelli, vicepresidente della Commissione Speciale di Inchiesta del SSN, sullo strascico delle polemiche sorte dopo le audizioni a Roma di Chiodi e della Baraldi.
“Voglio spiegarmi meglio – ha aggiunto Mascitelli – Ciò che è penalmente rilevante non è quello che Chiodi ha detto , ma quello che non ha voluto dire. Ha omesso di dirci chi protegge chi: quali sono i politici e quali i beneficiari di questa permanenza di lobby che operano, a suo dire, contro le sue decisioni. Ha omesso di rispondere sul perché vi è una difformità nella ricontrattazione delle tariffe con i privati rispetto agli indirizzi del Piano, parlando di un “disguido amministrativo”. Ha omesso di dire quali elementi nuovi e meccanismi di controllo hanno introdotto l’assessorato alla sanità e il suo ufficio commissariale, in questi due anni , per verificare l’appropriatezza e la qualità dei ricoveri e il rispetto degli indici standard obbligatori per legge, visto che ha espresso giudizi negativi sull’attuale attività ispettiva. Ha omesso di dire se ha subito o meno pressioni per far sì che le tariffe della psicoriabilitazione continuassero a restare tra le più alte di Italia. Ha omesso di dire perché la regione Abruzzo non si è adeguata in questi due anni all’obbligo di legge di rendere pubblici e trasparenti la conduzione degli appalti pubblici, che fanno lievitare i costi se non vengono fermati prima dagli arresti, la trasparenza sull’acquisto dei servizi, che in alcuni casi paghiamo il 20% in più della Campania, come ha ammesso lo stesso Chiodi, e i criteri di scelta delle consulenze che ricadono spesso su scelte inutili e amicali. Per questo chiederò – ha concluso il senatore Mascitelli – al Presidente Marino e agli altri componenti della commissione parlamentare, di non abdicare al ruolo che la costituzione ci assegna, addirittura con poteri di autorità giudiziaria, e di andare sino in fondo nell’opera di smantellamento della cappa di omertà che deprima e dequalifica un buon servizio sanitario di cui gli abruzzesi hanno diritto , soprattutto dopo quanto si è consumato ad opera di destra e sinistra negli ultimi dieci anni”.