Pescara. “Se non si procede al più presto a una riforma del sistema idrico” ammonisce il capogruppo del Partito democratico in consiglio regionale Camillo D’Alessandro “c’è il serio rischio che il servizio cada in mano ai privati e diventi terreno facile per pastoie politiche”. Per questo la proposta di legge per la riforma del sistema idrico integrato formulata dal Partito democratico, e presentata oggi in una conferenza stampa da D’Alessandro e dal segretario regionale del partito Silvio Paolucci, prevede il trasferimento alle quattro province abruzzesi di tutti i poteri e le competenze attualmente gestiti dagli Ato (ambiti territoriali ottimali).
Per effetto della normativa nazionale il prossimo 31 dicembre gli Ato cesseranno di funzionare e le regioni sono chiamate a individuare soggetti e modalità di gestione dei servizi attualmente svolti dalle autorità degli ambiti.
Il progetto di legge della giunta Chiodi propone l’istituzione di un ente unico regionale che assorbirà tutte queste funzioni e programmerà investimenti su acqua e depurazione in tutto il territorio regionale. “Questo non farebbe altro che creare un nuovo potentato e l’ennesimo carrozzone, facendo lievitare i costi, con nuovi direttori, nuovi consigli di amministrazione, nuovo personale, tutte spese che peserebbero ancor di più sulle tasche dei cittadini abruzzesi” afferma D’Alessandro. La concentrazione della gestione dell’acqua in un’unica società di livello regionale inoltre renderebbe quest’ultima appetibile ai privati mettendo a serio rischio il carattere pubblico del servizio.
La critica del capogruppo regionale Pd alla maggioranza è anche più estesa: “nella nostra regione assistiamo a una grave lacuna riformista, dobbiamo sostituirci all’immobilismo della maggioranza che su temi importanti come acqua e trasporti è ferma. E questo l’Abruzzo non può permetterselo”.
In base alla proposta Pd sarebbero consigli e giunte provinciali a svolgere le funzioni di programmazione e indirizzo del servizio idrico, da attuare attraverso società di gestione miste pubblico-privato. “La partecipazione di privati non dovrà però intaccare il vincolo del 51 per cento di quota pubblica” spiega D’Alessandro. Di rilievo anche il ruolo dei comuni, che saranno consultati ed esprimeranno pareri sulle decisioni.
“A garantire la totale trasparenza delle procedure e l’applicazione di parametri egualitari nell’indicazione delle tariffe da parte delle quattro diverse province” sottolinea inoltre il segretario regionale Paolucci “sarebbe un’autorità regionale di garanzia e vigilanza”.
Il secondo passo sarebbe poi quello di assegnare alle province e alle stesse nuove società anche la gestione dei rifiuti, settore anch’esso sottoposto a riforma simile a quello idrico.
Non pochi per D’Alessandro i vantaggi che il provvedimento produrrebbe. La “massa” di competenze renderebbe queste società multiservice economicamente sostenibili e il passaggio avverrebbe a costo zero. Gli enti locali ne risulterebbero valorizzati e il carattere pubblico sarebbe garantito. Sulla proposta anche l’Upa, l’unione delle province abruzzesi, ha espresso giudizio favorevole.
Il progetto di legge, che lunedì prossimo sarà discusso nella seduta della commissione consiliare preposta, suscita interesse anche nella maggioranza. “Abbiamo visto che nel centrodestra si è aperta una discussione sul tema” afferma D’Alessandro. “Speriamo che venga dato seguito a questa riflessione”.