Sanità, opposizione compatta contro Chiodi: presentato ricorso al Tar

ospedaleFino a quando il “presidente-commissario” Gianni Chiodi non illustrerà al consiglio il Piano Operativo 2010 non parteciperemo ai lavori della V Commissione Sanità. I consiglieri regionali del Partito Democratico rimangono fermi nella loro decisione, anticipata la scorsa settimana, quando hanno abbandonato la seduta della Commissione.

Lo hanno confermato anche oggi, in una conferenza stampa che ha visto protagoniste appunto le forze di opposizione in Consiglio regionale d’Abruzzo, che hanno voluto ribadire il loro secco “no” al Piano operativo sanitario, varato dalla Giunta di centrodestra, e al metodo ”decisionista” del Governatore e Commissario ad acta, Gianni Chiodi.

“Ancora ieri in Commissione Sanità, presente la Baraldi, i consiglieri regionali non avevano avuto la possibilità di prendere visione della delibera n.45 del Commissario ad acta” spiega il vice presidente del consiglio regionale Giovanni D’Amico. “Ritengo l’atteggiamento del Presidente/ Commissario , che continua a sottrarsi al confronto in Consiglio regionale, assolutamente deprecabile nella forma e nella sostanza, ritenendolo fortemente lesivo della funzione del Consiglio regionale e irrispettoso nei confronti dei cittadini abruzzesi. I tagli proposti si stanno rilevando disastrosi a fronte della totale mancanza di reinvestimento contestuale in servizi sul territorio e di valorizzazione delle eccellenze. Essi sono inoltre irrilevanti ai fini del rientro dal disavanzo al punto che lo stesso Presidente/Commissario ha preannunciato una perdita per l’esercizio 2010 di 80/100 milioni di euro. Ci chiediamo dove sta il risanamento, allorché nella primavera del 2008 avevamo definito con le parti sociali la riduzione proprio dal 2010 delle aliquote aggiuntive dell’Irap e dell’Irpef . Mi duole rilevare che alla fine del 2010 la prospettiva della riduzione delle tasse è di fatto rinviata dal centro destra alla prossima legislatura con un riflesso recessivo sull’economia regionale già abbondantemente piegata dalla crisi economica. La presunzione del Presidente /Commissario di non voler riconoscere ruolo al Consiglio regionale, alle istituzioni locali, ai cittadini, agli operatori sanitari troverà, nella nostra protesta una ferma opposizione per impedire che agli abruzzesi venga offerta una sanità mediocre ed insufficiente”.

La contrarietà del Partito Democratico alla “politica sanitaria” targata Gianni Chiodi si è formalizzata nel ricorso al Tar presentato dal consigliere regionale Franco Caramanico. Oggetto del ricorso è l’annullamento delle deliberazioni per attuare il Piano di Rientro dai debiti nel settore sanitario. Secondo Caramanico, Chiodi si sarebbe reso responsabile di eccesso di potere, esautorando il Consiglio regionale dalle competenze che la legge gli assegna in ordine al riordino della Rete ospedaliera regionale.

Il coro dei no al Piano operativo giunge comunque da tutte le forze di opposizione, contrariate dalla mancata condivisione non solo con le forze presenti in Regione, ma anche con i sindaci, gli amministratori locali, le associazioni di categoria e i sindacati. Antonio Saia, dei Comunisti italiani, ha parlato ”del proliferare in regione della sanità privata, soprattutto nel settore della riabilitazione”, mentre Carlo Costantini, capogruppo IdV, ha stigmatizzato come ”la riduzione dei costi, pure necessaria, non può non passare dall’aumento degli investimenti”.

Nel corso della conferenza stampa di questa mattina, i Consiglieri d’opposizione hanno inoltre affrontato il nodo della riconversione, in due tempi, dei presidi ospedalieri: ”La loro trasformazione deve avvenire contestualmente alla loro dismissione; tagliare i piccoli nosocomi significa deviare l’attenzione dai veri problemi”. Secondo gli esponenti di centrosinistra nella Regione Abruzzo ”il deficit è sceso dai 460 milioni di euro del 2005 ai 34 milioni del 2009, deficit oggi risalito a 101 milioni di euro, nonostante i tagli, come i 100 milioni tolti a Villa Pini”.

 

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