Chieti. Il Comitato abruzzese “Vota SÌ per fermare le trivelle”, all’indomani della consultazione referendaria, sente il dovere di ringraziare le decine e decine di attivisti e di cittadini che hanno portato avanti in queste settimane la battaglia contro ‘una massiccia campagna di disinformazione e di incentivo al non voto portata avanti persino dal presidente del consiglio.
Il risultato elettorale, alla luce delle oggettive difficoltà, del tempo ristretto a disposizione e della scellerata scelta di evitare l’election day, costata milioni al solo scopo di scongiurare il raggiungimento del quorum, va letto positivamente. 13.334,764 italiani (e tra questi 325.025 abruzzesi) hanno chiesto col loro sì al Governo di rivedere la politica energetica e le scelte strategiche per il futuro. Un esecutivo che abbia a cuore le sorti e i desideri dei cittadini non potrà non tenerne conto’, si legge in una nota del Comitato.
‘Entrando nel merito il mancato raggiungimento del quorum non ha consentito di completare il successo che il movimento referendario – formato da Regioni, associazioni e tantissimi cittadini – aveva già ottenuto costringendo Governo e Parlamento a reintrodurre il divieto alle trivelle entro le 12 miglia e ad accogliere altre delle richieste contenute nei cinque referendum sui quali non siamo stati più chiamati a votare. Resta in sospeso la questione della durata “eterna” delle concessioni, che consente ai petrolieri di evitare gli ingenti costi di smantellamento.
Una normativa in palese contrasto con la direttiva 94/22/CE che regola la concorrenza nel settore degli idrocarburi. Sarà forse necessario un ricorso alla Corte europea ma sarà inevitabile che l’Italia si adegui in tempi non troppo lunghi, a meno che non voglia incorrere in una procedura di infrazione facendo pagare ai cittadini, dopo i milioni bruciati per il mancato election day, anche una multa per il mancato rispetto degli accordi internazionali.
Ci preme infine sottolineare che il risultato abruzzese è stato superiore a quello nazionale, con il 35,4% degli elettori che ha partecipato alla consultazione referendaria. Brillante in particolare il risultato, in provincia di Chieti, dei Comuni direttamente o indirettamente coinvolti nell’istituendo Parco Nazionale della Costa Teatina: diversi hanno superato il 50% dei votanti e molti altri hanno sfiorato questa quota. Un segnale evidente per chi continua a ritardare la perimetrazione con assurdi pretesti. I cittadini, o almeno la stragrande maggioranza tra loro, vogliono il Parco dei Trabocchi e non quello delle Trivelle. L’auspicio è che anche la politica tutta, dal livello locale a quello regionale e nazionale, sappia prenderne finalmente atto’, si legge in conclusione della nota.
Legambiente: ‘Nonostante tutto, straordinaria mobilitazione dal basso’
“Il quorum non è stato raggiunto ma di due cose siamo certi. La prima è che la proroga senza limiti delle concessioni per l’estrazione di petrolio e gas rimane una colossale ingiustizia, in contrasto con le regole del diritto UE sulla libera concorrenza. La seconda, è che non sarà certamente il mancato raggiungimento del quorum a fermare un cambiamento del modello energetico che sta già mettendo le fonti fossili ai margini, perché esiste un altro scenario più conveniente, pulito, democratico. La nostra battaglia continua e la straordinaria mobilitazione dal basso organizzata in poche settimane, malgrado disinformazione e inviti all’astensione, dimostra il consenso di cui gode tra i cittadini il tema dello sviluppo sostenibile, per combattere i cambiamenti climatici e far crescere le energie pulite”.
Questo il commento della presidente di Legambiente Rossella Muroni ai risultati del referendum sulle trivellazioni. La campagna referendaria, secondo l’associazione ambientalista ha messo in evidenza come l’ambiente sia diventato oggi una questione centrale per i cittadini e trasversale agli schieramenti politici.
Il Governo Renzi, malgrado gli inviti all’astensione e le politiche a favore delle fonti fossili, dovrà prenderne atto e accelerare sulle scelte di tutela degli ecosistemi e di sviluppo incentrato sulle fonti rinnovabili. L’Italia possiede oggi risorse naturali e opportunità per ridurre l’utilizzo di petrolio e gas puntando sulle alternative realmente competitive ma bloccate da politiche miopi e sbagliate: l’autoproduzione da energie rinnovabili, il biometano, l’efficienza energetica.
Legambiente annuncia quindi che nei prossimi giorni presenterà una denuncia alla Commissione europea contro la norma che concede concessioni illimitate per le estrazioni di petrolio e gas. Continuerà la battaglia affinché si intervenga da subito sulle numerose criticità emerse rispetto alle attività estrattive in mare, a partire dalla dismissione delle piattaforme che già oggi non sono più attive e per stabilire royalties giuste per tutte le attività estrattive, cancellando un sistema iniquo per cui larga parte delle concessioni non paga le royalties e chi lo fa le deduce dalle tasse. In tutto il mondo si sta andando verso una tassazione legata alle emissioni di gas serra per spingere gli investimenti verso l’efficienza e il nostro Paese avrebbe tutto l’interesse ad andare in questa direzione cancellando privilegi assurdi per i petrolieri.
Mazzocca: ‘Un italiano su tre è contro la politica energetica nazionale, risultato inequivocabile’
Il risultato del referendum sulle trivelle evidenzia un fatto in maniera inequivocabile: oltre un italiano su tre vuole che questa politica energetica nazionale vada integralmente rivista nel segno delle rinnovabili”. Così il sottosegretario alla presidenza della Giunta regionale d’Abruzzo, Mario Mazzocca, sull’esito sulla consultazione popolare.
13 comuni abruzzesi oltre quorum del 50%: sono tutti nel Chietino
In Abruzzo sono 13 i Comuni dove ha votato oltre il 50% degli aventi diritto nell’ambito del referendum abrogativo sulla durata delle trivellazioni in mare.
Tutti in provincia di Chieti, in particolare nella zona Frentana e del Sangro, molti legati alla costa dei trabocchi e al costituendo Parco della Costa Teatina, alcuni nell’entroterra.
Queste le percentuali dei votanti: Pietraferrazzana 59,63%, Treglio 57,60, Frisa 55,63, Montebello sul Sangro 54,54, Mozzagrogna 53,48, Lanciano 53,17, Sant’Eusanio del Sangro 52,74, Fossacesia 51,75, Santa Maria Imbaro 51,55, Pennadomo 51,44, Fallo 51,23, Rocca San Giovanni 50,47, Perano 50,42. Votanti nella provincia di Chieti il 40,26%. Niente quorum nelle altre province e nei capoluoghi: in provincia di Pescara 33,29%; in quella di Teramo 35,41.
In quella dell’Aquila, dove ha votato il 31,03, la percentuale più alta (48,18%) è a Calascio, 130 abitanti a 1200 metri di quota, nota per la Rocca, con il castello più alto dell’Appennino e la torre a 1520 metri.