Masterplan Abruzzo, Febbo: D’Alfonso rischia un grosso flop

Il Presidente della Commissione di Vigilanza, Mauro Febbo questa mattina ha presentato un’interpellanza per conoscere le motivazioni per le quali il Masterplan per il Sud, che tra l’altro non risulta, a tutt’oggi pubblicato sul sito istituzionale della Regione Abruzzo, non abbia seguito i previsti percorsi regolamentari e istituzionali.

 

 

“La necessità di pervenire all’approvazione entro il 2015 – sottolinea Febbo – non può rappresentare e giustificare una procedura non conforme tenuto conto del lasso di tempo avuto a disposizione e delle conseguenze “catastrofiche” se l’atto dovesse essere dichiarato nullo. La mia iniziativa non vuole rappresentare un’azione di contrarietà fine a se stessa ma vuole contestare un modo di fare superficiale e spregiudicato che potrebbe mettere a repentaglio la valida del documento”.

 

 

 

“Il primo aspetto paradossale – evidenzia ancora Febbo – è la totale mancanza di ascolto e condivisione con i portatori di interesse come evidenziato dalle dichiarazioni dei Sindaci (come denunciato e ribadito oggi in assemblea), dei rappresentanti di Confindustria e altre Organizzazioni datoriali e dei Sindacati. Tra l’altro è lo stesso Governo nazionale che stabilisce come il Masterplan non debba essere un mero esercizio accademico ma un processo vivo di elaborazione condivisa con istituzioni, forze economiche e sociali, ricercatori, cittadini. Indicazioni completamente disattese dal Governo D’Alfonso che ha tirato fuori dal cilindro questo documento concertato con pochi e selezionati interlocutori. Una grande opportunità per i nostri territori corre il serio rischio di diventare un programma di “marketing” a uso e consumo di una sola parte politica.

 

 

La gran parte degli interventi previsti – aggiunge il Presidente della Commissione di Vigilanza – di fatto deriva dalla riprogrammazione dei fondi Fas: è cambiato solo il nome ma è il Governo regionale di centrodestra che di fatto lo ha approvato e soprattutto finanziato. Di concreto quindi, su questo nuovo documento, ci sono per adesso solo i 130 milioni di euro della Delibera Cipe n.18 del 18 aprile 2014 (Governo Chiodi).

 

 

 

 

Inutile ricordare che il modo “superficiale” e “spregiudicato” di questo Governo regionale ha già portato a clamorose retromarce, una per tutte la revoca dei fondi ex Pain, o le assegnazioni rilevatesi poi clamorosi flop come quelle dei fondi per il dissesto idrogeologico, o ancora quelli relativi agli interventi sulle Chiese. Ultima in ordine di tempo la revoca dei contratti co.co.co del Servizio Rifiuti con i lavoratori che dopo una procedura concorsuale inopportuna, senza fondi, sono stati rispediti a casa.

Lo Statuto regionale – spiega ancora il Consigliere regionale di Forza Italia – stabilisce che le programmazioni devono verificare preventivamente la sostenibilità e l’impatto sociale dei programmi promossi dalla Regione e prevede che gli atti che incidono sull’ambiente e sul territorio contengano apposita clausola di valutazione dell’impatto ambientale; contiene soprattutto precise norme per le forme di partecipazione nelle scelte di programmazione più volte pubblicizzate dal Direttore Generale Gerardis, e dal Sottosegretario Mazzocca riconoscendo nel Consiglio regionale l’Organo deputato ad esercitare le funzioni di programmazione. Il D. Lgs. n. 152/2006 prevede che i provvedimenti amministrativi adottati senza la previa valutazione ambientale strategica (Vas), ove prescritta, sono annullabili; gli interventi di valorizzazione delle infrastrutture turistiche previsti nel “Masterplan Abruzzo” – conclude Febbo – investono anche siti di interesse comunitario e quindi chiaramente sono soggetti a valutazione di incidenza, così come sottolineato anche dalle associazioni ambientaliste”.

D’ALESSANDRO RIBATTE A FEBBO

‘Febbo può stare sereno sulla modalità di lavoro per il Masterplan: non solo abbiamo condiviso con le forze sociali e con gli amministratori locali ma, a differenza dell’incerto passato, ci siamo fatti carico sempre, ogni volta, di decidere. Perché decidere è il dovere di chi è chiamato dalla maggioranza dei cittadini a governare.

Lo confessiamo: abbiamo un’ansia speciale – credo incurabile – di fare subito, anche per recuperare il tempo in cui il “rischio” era, al massimo, che ad una riunione seguisse un’altra riunione.

Siamo la prima regione in Italia a chiudere la partita col Governo sul Masterplan, avendo calato dentro lo strumento le nostre priorità e strategie, facendoci carico dei bisogni rilevati e rappresentatici dagli organi istituzionali di ogni ordine e grado. La lunga crisi economica ha lasciato fin troppi morti e feriti sul campo per non capire che la priorità delle priorità è immettere nel circuito economico tutte le risorse disponibili derivanti da tutti gli strumenti di programmazione, non solo il Masterplan ma anche quelli comunitari che insieme ad esso mettono a disposizione oltre 2 miliardi di euro.

Di certo avremmo voluto trovare un parco progetti cantierabile non appena le risorse fossero arrivate, ma l’andazzo è stato esattamente il contrario: cioè aspettare la risorsa per iniziare il progetto. Ora la sfida del 2016 è di fare in modo che le risorse diventino cantieri e bandi. Per questo è necessaria una grande alleanza con gli enti locali, che poi saranno le stazioni appaltanti da un lato, e con il sistema delle imprese e del lavoro dall’altro, affinchè partecipino ai bandi e usino le risorse per lo sviluppo e l’occupazione.

Tutto questo è tracciato in tutti i documenti di programmazione che ora ci consentono di accompagnare e sostenere la svolta dell’Abruzzo che non sopporta più tempi e risorse perse’.

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