Soccorso alpino: no al pagamento per gli interventi in montagna

Abruzzo. Soccorsi in montagna a pagamento? Il dibattito è aperto e sta generando discussioni su vari fronti, sull’opportunità o meno di prevedere costi, a carico dei cosiddetti utenti, per fruire dei soccorsi in montagna. Molto chiara al riguardo la posizione di Giulio Giampietro, presidente del Cnsas Abruzzo.

 

 

L’intervento

 

Il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico Abruzzo,C.N.S.A.S. è una realtà che opera da ben 55 anni al fianco degli amministratori e ha idee ben precise su cosa voglia dire intervenire in ambiente impervio e ipogeo. Da una analisi preliminare dei dati statistici il numero degli interventi regionali di soccorso ed elisoccorso non lascia intravedere una fattibilità del soccorso a pagamento in montagna.

 
Recentemente apprendiamo dagli organi di stampa regionali, sia da parte di amministratori che di esponenti di alcune categorie, che non hanno titolarità specifica nel soccorso in montagna, intenzioni riguardanti una ventilata riforma di tale pubblica attività unitamente ad una riforma dell’elisoccorso, con la necessità di inserire il pagamento di un ticket sanitario per i soccorsi svolti in ambiente.

 
Su questi specifici punti appare necessario chiarire la posizione del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico, che per il compito da esso prestato, di operare a favore della popolazione per il soccorso in montagna, viene individuato dalla normativa vigente quale unico interlocutore con il quale le regioni attuano il servizio pubblico di Elisoccorso (Legge 21 marzo 2001 n. 74 e Legge Regione Abruzzo 17 aprile 2014 n. 20). Particolare non di poco conto poiché questo Ente dello Stato, riconosciuto quale unico Corpo di soccorso alpino a livello nazionale in grado di offrire assistenza sanitaria di emergenza grazie a una propria componente medica, si occupa anche di integrare i sanitari del Servizio di Elisoccorso del 118, sostituendoli con i propri medici alpinisti in tutti quegli interventi in cui i sanitari del 118, per questioni di limite tecnico dovuti all’esposizione in ambiente di alta montagna, non possono intervenire direttamente.

 
E non vi è alcun dubbio che se si parla di elisoccorso, di inserire un ticket sanitario anche per i soccorsi in montagna, di legiferare in questo senso guardando altre realtà regionali, non si può prescindere dal coinvolgimento dell’attore principale, ovvero la Sanità regionale. Infatti, quest’ultima ha la competenza sia operativa di svolgimento del servizio, fatto in collaborazione con il C.N.S.A.S. Abruzzo, sia amministrativa.
Eppure nessuno, fino ad ora, ha pensato a tale interlocuzione, benché la decisione di inserimento di un ticket sanitario, la riscossione del medesimo, nonché il successivo utilizzo delle somme derivanti siano da un punto di vista amministrativo e legale di esclusiva pertinenza del Sevizio Sanitario Regionale.

 
Su sollecitazione degli operatori del settore montano, la regione Abruzzo nel 2015 ha ritenuto opportuno modificare l’art. 99 della Legge Regione Abruzzo 8 marzo 2005 n. 24, permettendo, nello specifico ambito invernale (sci fuori pista), la libera frequentazione della montagna in ogni condizione, ponendo però obbligatoria, si badi bene, la dotazione individuale per l’autosoccorso (A.R.T.Va., pala e sonda). È inoltre noto, ed è facile immaginarne la motivazione, come non sia andato a buon fine, nella modifica di legge citata, l’inserimento dell’obbligo di avere una assicurazione da parte di coloro che frequentano la montagna. Nel confronto del 2015 tra operatori del settore, la riforma ha giustamente visto come attori principali il Collegio delle Guide Alpine, il Collegio dei Maestri di Sci, i gestori di Stazioni Sciistiche e altri. Il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico Abruzzo era stato coinvolto marginalmente, e riteniamo per certi versi anche giustamente, poiché il nostro compito istituzionale è e rimane quello di fare soccorso in montagna a prescindere.
Se ora, però, si sta parlando di una modifica sostanziale del soccorso in montagna e dell’elisoccorso, risulta evidente come non lo si possa fare se non interloquendo con i soli attori che di fatto svolgono tale compito e ne sono incaricati con specifiche leggi dello Stato.
In merito alle scelte adottate da altre realtà regionali sull’introduzione di un soccorso a pagamento, il C.N.S.A.S. Abruzzo ritiene che, prima di una qualunque decisione, sia indispensabile fare un’analisi critica ed attenta delle esigenze specifiche del nostro territorio, basandosi sulla realtà dei numeri di intervento annuali, sulla tipologia dell’intervento (sanitario/non sanitario), sull’uso o meno del mezzo aereo, sulle cause che determinano l’incidente e la conseguente richiesta di soccorso, sul diritto civile, ma anche morale di essere soccorsi.
Un esempio? Ai familiari di un ipotetico sventurato, deceduto in montagna per propria incompetenza, imperizia, incoscienza, inadeguatezza dell’attrezzatura utilizzata o, peggio, perché vittima di reale fatalità, verrà comunque recapitata una fattura per il recupero della salma?
Riteniamo, e per il C.N.S.A.S. Abruzzo non può essere altrimenti per propria identità e tradizione, che vada fatta, in primo luogo da parte degli amministratori, una attenta riflessione sull’impatto anche sociale di talune scelte. Il C.N.S.A.S. Abruzzo, in linea con la propria Direzione Nazionale, ha ritenuto giusto investire sull’aspetto divulgativo e di sensibilizzazione del modo cosciente e prudente di frequentare la montagna. Iniziative a carattere nazionale come “Sicuri in Montagna”, “Sicuri sul Sentiero”, “Sicuri sulla neve” sono campagne di sensibilizzazione divenute ormai punto di riferimento per chi si avvicina all’ambiente montano. Non solo, il C.N.S.A.S., da sempre all’avanguardia e al passo con le innovazioni tecnologiche, gestisce un proprio sistema nazionale di allarme satellitare per smartphone, il “GeoResq”, a disposizione di tutti ad un costo irrisorio (5,00 euro l’anno).
Pertanto, alla luce di una analisi attenta della situazione regionale e dei dati statistici ad essa connessi, il C.N.S.A.S. Abruzzo ritiene che sia più opportuno incentivare un’opera di sensibilizzazione alla sicurezza in montagna, piuttosto che procedere alla stesura frettolosa di una normativa che, benché valida per alcune realtà regionali, sia del tutto estranea alla realtà abruzzese.

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