Le richieste del Coordinamento No Ombrina alla Regione, sabato l’incontro con D’Alfonso

Pescara. ‘Un incontro risolutore sul progetto Ombrina e, più in generale, sulla deriva petrolifera che il Governo Renzi vuole imporre al paese: è quanto avverrà sabato prossimo 27 giugno a Pescara alle ore 10:00 presso la sede della Regione in Viale Bovio 425 in un incontro tra comitati e cittadini del Coordinamento No Ombrina e una delegazione della regione guidata dal Presidente Luciano D’Alfonso.

Il Coordinamento, che ha organizzato l’evento di Lanciano del 23 maggio, ha evidenziato, infatti, che il presidente della Regione è rimasto in silenzio dopo quella che si è rivelata non solo la più grande manifestazione mai realizzata nella storia abruzzese ma anche quella più partecipata nell’intero paese contro le trivelle’, si legge in una nota della segreteria del Coordinamento.

Secondo il Coordinamento No Ombrina, ‘ormai è una questione di democrazia, dopo una tale dimostrazione di attaccamento del popolo abruzzese alla propria terra, che ha addirittura superato per numeri l’altra manifestazione che fu organizzata a Pescara nel 2013 sullo stesso tema. Vanno bene i ricorsi presentati in questi giorni, in alcuni casi ormai è l’unica strada come per Rospo mare, Spectrum Geo e Disciplinare tipo.

Il Coordinamento apprezza questi provvedimenti di opposizione davanti ai tribunali e varie organizzazioni stanno collaborando fattivamente con la regione anche ad evidenziare le criticità, alcune clamorose, dei Decreti emanati dai ministeri. La risposta, però, non può certo rimanere burocratica, amministrativa e giudiziaria. Non si può continuare a rincorrere decreti e decisioni governative, alla lunga è una strada insostenibile. Non si può aspettare che i ministri coinvolti emanino le autorizzazioni per Ombrina per poi ricorrere ai tribunali. Dove sarebbe la politica in tutto ciò? Come al solito vuole rimettersi nelle mani della giustizia delegandola a decidere sui temi più sentiti dai cittadini?’, si chiedono nella nota.

‘Esiste una questione politica, se la politica vuol dire ancora rispettare la democrazia. Il Presidente della Regione Abruzzo deve pretendere a gran voce il rispetto della volontà degli abruzzesi da parte del Governo. Non è più tempo di promesse ma di fatti, Ombrina e gli altri progetti come Elsa2 e Rospo Mare devono essere bocciati. Visto che il Governo nazionale è dello stesso colore partitico di quello regionale, entrambi a trazione PD, riteniamo che sia un obiettivo raggiungibile per il Presidente D’Alfonso, che tanto si è speso in campagna elettorale assicurando che le trivelle non sarebbero arrivate.

Il vero obiettivo, partendo dal NO secco ad Ombrina, è cambiare la politica governativa sugli idrocarburi. In caso contrario ci ritroveremo sommersi da decine di progetti più o meno grandi. Basta vedere la mappa del permesso di prospezione del Decreto emanato a favore della Spectrum Geo che abbraccia praticamente mezzo Adriatico da Rimini fino al Salento per comprendere cosa sta avvenendo e quali sono le mire dei petrolieri e del PD nazionale. L’Adriatico è un golfo di un mare chiuso, il Mediterraneo. I rischi sono immensi, basterebbe un solo incidente nella filiera petrolifera per renderlo invivibile per decenni, con un impatto drammatico sulla salute, sull’ambiente e sull’economia, insiste il Coordinamento.

In questo senso il silenzio del Presidente D’Alfonso sulla manifestazione di Lanciano non è quindi accettabile; decine di migliaia di cittadini abruzzesi si stanno impegnando di prima persona e aspettano solo notizie positive e, cioè, l’emanazione di decreti negativi su Ombrina e sugli altri progetti. A parte le pesanti ombre che si sono addensate su alcuni membri della Commissione V.I.A. che, se non chiarite, basterebbero per rendere imbarazzanti per qualsiasi governo eventuali decisioni positive, ricordiamo che la Corte Costituzionale ed il Consiglio di Stato hanno più volte chiarito che la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale non è un mero esercizio tecnico ma di alta politica, dovendo bilanciare i diversi interessi in gioco.

La legge obbliga a tenere in considerazione nella decisione le indicazioni provenienti dalle comunità interessate. Il popolo abruzzese non sa più cosa inventarsi per dimostrare che rigetta la deriva petrolifera che le compagnie petrolifere vogliono far fare al nostro preziose ed insostituibile mare e al nostro territorio. Quindi, se esiste ancora la democrazia, devono essere emessi decreti di V.I.A. negativi.

Senza “l’assillo” di grandi manifestazioni, il Presidente Emiliano non solo ha promosso ricorsi ma ha anche attaccato duramente la politica governativa sull’aggressione all’Adriatico e allo Ionio. In pochi giorni anche i presidenti delle regioni Basilicata e Calabria hanno seguito l’esempio del presidente pugliese. Riteniamo che la frattura tra governo Renzi e i territori e le comunità su questo tema si stia ampliando e bisogna lavorare per far cambiare strada al Governo’, continua la nota.

Il Coordinamento e tante organizzazioni stanno promuovendo il dialogo e la collaborazione tra le comunità. In caso di risposta negativa su Ombrina e sugli altri progetti, cosa faranno il Presidente della Regione e gli eletti al parlamento eletti nelle file della maggioranza? Sono pronti a portare a Roma centinaia di sindaci con le fasce tricolore, assieme alle altre regioni? Si stanno accordando con gli altri parlamentari delle regioni interessate per cambiare le leggi favorevoli ai petrolieri, visto che considerando anche solo i parlamentari di Puglia, Calabria, Marche e Abruzzo il Governo non avrebbe neanche i numeri per sopravvivere? Faranno pesare il loro voto? Sono pronti a dimettersi se la situazione dovesse precipitare?

Gli eletti sono tali non per garantire l’incarico a Renzi; devono fare gli interessi del popolo e non assecondare il sogno e il disegno di potere di singoli uomini o gli affari di singole lobby. Con i cittadini devono impegnarsi per salvare l’Adriatico e mettere la parola fine alle fonti di energia che stanno devastando il Pianeta’,concludono.

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