Gestione rifiuti, arrestati alcuni abruzzesi per associazione a delinquere

gestione_rifiutiLanciano. Un traffico di riufiti illecito tra Taranto e Lanciano. È quanto scoperto dai carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Pescara, che questa mattina ha arrestato otto persone in Abruzzo e in Puglia, mentre nel Lazio sarebbe stata eseguita una perquisizione domiciliare.

Si tratta di alcuni malviventi che gestivano i rifiuti provenienti dalla Puglia nella regione nostrana per essere smaltiti illegalmente in alcuni impianti abruzzesi specializzati facenti capo all’organizzazione degli arrestati. Da alcune indagini si è, però, scoperto che in realtà i procedimenti non avvenivano, mentre erano emessi dei documenti che attestavano l’idoneità del materiale allo smaltimento.

Diversi gli abruzzesi arrestati con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata al traffico e gestione illecita di rifiuti. Tra questi figurano Nicola Di Florio di Lanciano  e Anna Linda Di Paolo di Ortona, titolari dell’azienda “Di Florio” di Cerratina e della “Sistema 2000” di Santa Maria Imbarco, Andrea Fassone di Chieti,  Vincenzo Cocca, chimico di Spoltore, Andrea Francesco Di Liberato di Chieti, Riccardo Di Mascio di Francavilla al Mare e Fiorentino Giangiordano di Roccascalegna e Antonio Anglano di San Giorgio Jonico (Taranto).

I provvedimenti giungono a conclusione di un’indagine avviata nel 2009. Fulcro delle attività illecite era un impianto di stoccaggio e selezione rifiuti operante nella zona industriale di Lanciano, regolarmente autorizzato alla gestione rifiuti.  I responsabili del traffico, attraverso l’illecita miscelazione dei rifiuti, simulando operazioni di selezione, trattamento e recupero con la sistematica falsificazione dei documenti analitici e di trasporto, per anni hanno illecitamente smaltito principalmente presso due discariche – una abruzzese ed una pugliese – ingenti quantitativi di rifiuti speciali sostenendo costi molto contenuti. Inoltre, dichiarando che i rifiuti da loro gestiti e trattati provenivano da attività di selezione automatica (tecnologia di cui la ditta non dispone) ottenevano un forte sconto sull’applicazione dell’ecotassa regionale equivalente a circa 500.000.

Accertata anche la complicità di Pubblici Ufficiali appartenenti alla locale Polizia Provinciale che rilasciavano attestazioni di comodo. Ma l’organizzazione contava anche sulla complicità di un impianto di gestione rifiuti (a Macerata), tre ditte di trasporto rifiuti, operanti sull’intero territorio nazionale, tre laboratori analitici in Abruzzo, due impianti di smaltimento in Puglia e Abruzzo. Il traffico accertato è stato stimato in circa 80.000 tonnellate nei soli conferimenti verso le due discariche, con un lucro per l’organizzazione non inferiore ai 3 milioni di euro. Le 23 persone coinvolte sono ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere, attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti, falso in attestazioni analitiche e certificazioni ambientali, falso in atto pubblico commesso da pubblico ufficiale, frode processuale.

Sei sono stati posti agli arresti domiciliari, mentre per due è stato invece disposto il carcere dal gip del Tribunale di Lanciano.

 

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