Andamento demografico, CNA: un Abruzzo a doppia velocità

abruzzoMeno culle e più persone che tendono a lasciare le aree interne della regione.

E’ quanto emerge dall’analisi condotta dal Centro studi della Cna abruzzese, realizzata da Aldo Ronci, sui dati dell’Istat relativi all’andamento demografico nei primi sei mesi del 2009.

Un’analisi che conferma un andamento demografico a “doppia velocità”, diverso tra entroterra e aree costiere.

“Nei primi sei mesi del 2009” analizza il Centro studi della confederazione artigiana presieduta da Italo Lupo e diretta da Graziano Di Costanzo “il bilancio demografico italiano è stato positivo, grazie all’elevato saldo migratorio che riesce a compensare abbondantemente il decremento del saldo naturale. In questo contesto, tuttavia, l‘Abruzzo cresce meno della realtà italiana (0,14% contro lo 0,26%). Un risultato non dipendente dall’incremento migratorio, che è quasi lo stesso di quello nazionale (0,31% contro lo 0,32%), ma dal forte decremento del saldo naturale, di gran lunga superiore a quello nazionale: -0,17% contro il -0,06%“.

Il fattore denatalità cambia a seconda delle province e risulta alta a Teramo e Pescara, nulla a Chieti e l’Aquila.

“L’aspetto più rilevante” continua lo studio “è il fatto che in una regione il cui territorio è occupato per il 72% da comuni montani, veda risiedere in quei territori appena il 35% della popolazione (468.680 unità), peraltro in continua diminuzione; nei comuni costieri, invece, che occupano il 27% del territorio risiede ben il 65% della popolazione (867.862); una presenza in costante crescita, soprattutto nel pescarese e nel teramano, che tuttavia non riesce a compensare a sufficienza il decremento dei territori montani e non permette all’Abruzzo di raggiungere i dati medi nazionali”.

L’analisi per province dell’incremento della popolazione mette in evidenza il fatto che da un lato le province di Teramo (+ 883; + 0,28%) e Pescara (+ 1.031;+ 0,32%) crescono con un ritmo superiore a quello medio nazionale (+ 0,26%), dall’altro L’Aquila (- 94; – 0,03%) e Chieti (+ 47; + 0,01%) registrano una crescita quasi nulla.

Teramo e Pescara, inoltre, hanno beneficiato nel primo semestre 2009 di un diverso andamento migratorio rispetto alle altre due province: Teramo ha infatti registrato un incremento dello 0,38%, Pescara addirittura dello 0,45%, entrambe superiori a quello medio nazionale, pari a +0,32%.

Marina Serra

 

 

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