Non si arresta il rincaro carburanti, e la media dei prezzi per benzina e disel viaggia
oltre i 2 euro per litro.
I dati forniti dal ministero dello Sviluppo economico registrano prezzi in aumento di
7 centesimi a settimana: la benzina self service è a 2,040 euro al litro mentre il disel
a 1,970 per litro. Se poi si sceglie il servito i prezzi arrivano a 2,161 euro per la
benzina e 2,097 per il disel. Salgono anche i prezzi di metano e Gpl, rispettivamente
a 1,814 euro al kg e 0,829 al litro.
Perché questi aumenti? La situazione è frutto della guerra in Ucraina, tanto che lo
Stato era intervenuto con un provvedimento che andava a ridurre le accise del
30,5% (fino all’8 luglio, ancora qualche settimana) per aiutare i consumatori.
Ora, dopo il nuovo rialzo dei prezzi al barile, le cifre sono di nuovo quelle di qualche
mese fa, sopra i 2 euro. Con l’estate alle porte è difficile che si possa pensare a dei
ribassi, salvo che lo Stato rinunci alla quota di guadagno proveniente dall’Iva in
favore dell’utenza.
Quali conseguenze? In Italia l’80% del trasporto merci è su gomma e gli aumenti
potrebbero creare problemi sia a questo comparto che alle famiglie, in prossimità
delle vacanze, perché già provate dal caro energia e dall’inflazione.
La proposta, avanzata negli ultimi giorni dal Partito Democratico, è quella di inserire
nel decreto Aiuti (il bonus di 200 euro a luglio) anche un tetto ai carburanti, per i
prossimi due mesi, al fine di incentivare gli spostamenti e dunque il turismo.
Quando i prezzi torneranno a diminuire? Al momento è difficile ipotizzare una
discesa delle tariffe poiché a incidere sui costi sono, oltre al prezzo del petrolio
stesso, anche le incertezze del conflitto tra Russia e Ucraina (basti pensare che il
60% del disel è importato proprio dalla Russia).