Oltre un mese fa, in un articolo, ci auguravamo che sull’area ex Sadam di Giulianova la classe politica giuliese o gli organismi di partecipazione popolare esistenti, anche sulla scorta di vari strumenti partecipativi in questa città adottati e formalizzati da anni (ma in gran parte inutilizzati), aprissero un dibattito pubblico riservato ai cittadini. L’obiettivo era di capire fino a che punto la classe politica giuliese e gli organismi di partecipazione popolare esistenti abbiano consapevolezza del patrimonio strumentale creato attraverso lo Statuto e il regolamento per la democrazia partecipativa in questo Comune. Volevamo sapere, in altri termini, se il percorso di rinnovamento della politica nella direzione del rovesciamento della piramide del potere, a Giulianova, ha un presente e un futuro. Perché un passato c’è. Dal lontano 2011, infatti, checché ne dicano i commentatori pessimisti, si sono svolte varie centinaia di incontri, seminari, corsi di formazione, forum, sondaggi deliberativi, riunioni, dibattiti ed elezioni in tutti i quartieri della Città. Un attivismo che ha coinvolto, fra alti e bassi, spinte evolutive e involutive, migliaia di cittadini giuliesi. Certo non è questa la sede per un resoconto, ma siamo ricercatori e pubblicheremo i nostri studi anche sul fenomeno giuliese quando sarà il momento. Per ora ci limitiamo a dire che prima del 2011 a Giulianova, nelle forme e nelle dimensioni odierne, questo attivismo popolare non c’era. Non basta. E’ evidente, ma ci torneremo.
Torniamo ora alla cronaca. Non per l’augurio che ci facevamo in quell’articolo, ma per sensibilità propria, alcuni giorni dopo la pubblicazione dell’articolo i Comitati di Quartiere cittadini e i loro presidenti chiedevano al Sindaco una pubblica assemblea sull’area ex Sadam, di quelle che, ai sensi dell’art. 1/quinquies del vigente regolamento comunale sulla democrazia partecipativa, il Sindaco dovrebbe convocare a cadenza mensile. Di seguito il Sindaco, ringraziando i comitati per l’input, convocava la richiesta assemblea che si è svolta lo scorso 27 settembre 2018 al Kursaal. Questa sequenza, al di là di ogni illazione, di ogni considerazione personalistica e di ogni altra rilevazione che lasciamo volentieri alle schermaglie fra partiti, in sé è un fatto altamente positivo. Ove si volesse aggiungere, peraltro, l’impegno assunto dal Sindaco a conclusione della sua relazione secondo cui, nel caso di specie (area ex Sadam), ogni proposta di modifica del piano di recupero, per il futuro, sarà sottoposta alla valutazione di un’Assemblea cittadina prima dell’avvio di ogni altro procedimento amministrativo, la positività dell’iniziativa appare tutta. Anzi a noi sembra che quanto detto faccia delineare, pur se solo embrionalmente, la figura di uno strumento in uso nelle città dove la democrazia popolare è pratica quotidiana e si riassume nell’espressione di “urbanistica partecipata”. Siamo troppo ottimisti? Forse. Si avvicinano le elezioni per cui tutti promettono? Lo sappiamo bene. Ci limitiamo ad evidenziare, Infatti, come abbiamo fatto in altre occasioni come quella dell’impegno firmato pubblicamente dai candidati sindaci Morra e D’Alberto sul Referendum a Teramo prima del ballottaggio alle elezioni comunali, la positività dell’evento dell’oggi. In futuro parleranno i fatti.
Altra considerazione di grande importanza, questa volta attinente alla cultura politica, riguarda lo svolgimento dell’Assemblea del 27 settembre: il fossato che separa il mondo dei procedimenti partecipativi, deliberativi, inclusivi e dialogici dalle pratiche quotidiane dei partiti politici è ancora una voragine. Ma anche qui siamo ottimisti: prima o poi, quando a Giulianova le assemblee cittadine mensili diventeranno pratica comune (cosa che dopo tre anni dal vigore della norma ancora non è, e non sappiamo se sarà…), amministratori e capi partito che intervengono in assemblea si renderanno conto che in essa si va prima di tutto per ascoltare, e ogni minuto in più che occupano nei loro discorsi rispetto a quello stabilito in apertura di assemblea è negato ai cittadini che dopo pochi minuti rubati vanno via. Ci vuole tempo ma prima o poi lo capiranno. Non tira aria buona in questi anni, infatti, per i partiti oligarchici e autoreferenziali. E il tempo è galantuomo. Il percorso di rinnovamento della politica a Giulianova, dalle cose sin qui brevemente esaminate, ha un passato ed ha un presente. Quanto al futuro, staremo a vedere. Che l’ottimismo non ci abbandoni!
Carlo Di Marco
Professore di Diritto Pubblico Università di Teramo