Elezioni Teramo, sorpasso D’Alberto-frenata Morra: l’analisi del ballottaggio

Teramo. 1492 voti in più rispetto al suo avversario. Gianguido D’Alberto nuovo sindaco di Teramo vince il ballottaggio contro Giandonato Morra che se per alcuni era apparso impossibile, per altri invece sembrava alla portata.

 

I numeri non mentono e in qualche modo danno una chiara chiave di lettura su quanto accaduto alle urne. Partendo da un presupposto: i teramani hanno scelto la giornata di mare anziché andare a votare. Meno del 50 per cento si è presentato nei seggi per scegliere il sindaco che dovrà governare con la propria squadra Teramo per i prossimi 5 anni.

Il partito del non voto è radicato e raccogliere sempre più proseliti. Ed è necessaria un’inversione di rotta. Analisi che i partiti tradizionali e i movimenti civici dovranno senza alcun dubbio affrontare nei prossimi mesi. Il ballottaggio ha detto che D’Alberto ha quasi raddoppiato le preferenze rispetto al primo turno. E’ passato da 6486 a 12205. Numeri pesanti perché appare ovvio che, seppur senza alcun apparentamento, il nuovo sindaco è riuscito a raccogliere i voti, se non tutti ma di sicuro un’altissima percentuale, di quanti il 10 giugno scorso avevano scelto Giovanni Cavallari che di preferenze ne aveva ottenute 3146.

Da considerare poi che un buon 30 per cento dell’elettorato del Movimento 5 Stelle probabilmente alle urne ci è andato per sostenere lo stesso D’Alberto che sarebbe riuscito inoltre a raccogliere le simpatie anche di una quota di quanti al primo turno avevano sostenuto Mauro Di Dalmazio. Per quanto riguarda invece Giandonato Morra, il 10 giugno aveva ottenuto 10584 preferenze, ben 4098 voti in più di partenza rispetto al suo avversario.

C’è stato poi l’apparentamento con il candidato sindaco Alberto Covelli che di voti ne aveva ottenuti 1580. Un pacchetto che avrebbe dovuto essere trasferito in blocco a Morra nel ballottaggio. Cosa che non è avvenuta. Perché il candidato del centro destra nel duello finale delle urne ha ottenuto 10713 preferenze, appena 129 in più rispetto al 10 giugno.

 

Morra è stato alla fine tradito dallo stesso centro destra e da quanti ne hanno fatto parte in passato. Una bruciante sconfitta che arriva a distanza di pochi mesi da quella alle elezioni politiche del 4 marzo. In quel caso Morra aveva ottenuto il consenso di circa 17mila abruzzesi. Ma non sufficienti per andare a Roma, in Parlamento.

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