Da Milano a Teramo: “guadagno di meno, ma la mia vita è cambiata in meglio”

Questa è la storia di Virginia, donna di 45 anni che si è trasferita a Teramo da Milano. Lavorava per una casa di moda, adesso guadagna di meno, ma è più felice.

Il caro vita ha colpito un po’ tutti, in ogni regione d’Italia, ma è indubbio che ci siano realtà molto più costose di altre. Milano è sicuramente fra queste, una metropoli, una città multiculturale, con tante opportunità, ma non a misura di tutti. Basti pensare al caro affitti che ha colpito il capoluogo lombardo che ha scatenato anche le proteste degli studenti che non possono permettersi di prendere casa in affitto lì.

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E così, paradossalmente, ci si sposta da Milano, si va a vivere in città più contenute sia per dimensioni sia per opportunità offerte, e si riesce a trovare una serenità che sembrava perduta. Questa è la storia di Virginia, una donna di 45 anni che si è trasferita a Teramo con marito e figli, dopo aver lasciato il suo lavoro a Milano.

“Da Milano a Teramo: ora sto arrivo a fine mese”

Virginia P. ha 45 anni, è originaria proprio di Teramo, ha frequentato l’università a L’Aquila, ha ottenuto un master a Roma, poi è stata un anno in Inghilterra, due in Spagna e ben sedici a Milano. Ma quella vita non la soddisfaceva, e così è tornata a vivere con il marito e i due figli nella sua città natale. Amava e continua ad amare Milano, ma il caro vita si era fatto insostenibile.
Due bei lavori entrambi, lei e suo marito, due stipendi più che soddisfacenti, ma non bastavano comunque per le necessità di Milano. E poi anche la vita sociale si era azzerata. Virginia ha preso la decisione di tornare a Teramo, dopo l’operazione di appendicite del marito. In quel periodo si è resa conto di essere più sola di quanto pensasse, non avendo nessuno a cui lasciare i figli.

Io ero nel team della comunicazione di una grande casa di moda, un lavoro che mi piaceva molto, a tempo indeterminato, e mio marito era, ed è tuttora, un informatico. Noi quindi eravamo tra i fortunati, con lavori stabili e ben retribuiti. Dovevamo però pagare l’affitto di un trilocale, al quale si devono aggiungere, per i primi anni di vita dei tuoi figli, le spese per l’asilo privato, ovvero quasi 700 euro al mese e circa mille euro di tata”.

Ora invece Virginia lavora in un’azienda locale, guadagna di meno, ma sente più serenità per lei e peri suoi figli.

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